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giovedì 6 febbraio 2020

LETTERA AD UNA RAGAZZA CHE VUOLE VIVERE IN UNA SOCIETA' RICCA

E veniamo all'angolo politicamente scorretto del giorno.
LETTERA AD UNA RAGAZZA CHE VUOLE VIVERE IN UNA SOCIETA' RICCA
Cara amica, il problema non è che non sai fare quello che fa un uomo. Il problema è che non sai fare quello che fanno sei uomini.
Quei sei uomini sono i figli che potresti avere se rinunciassi ad imitare gli uomini.

***

E' un uscita che mi piace perché terribilmente scorretta, vera, originale, non insultante e libertaria,

VERA. Basta accettare che 1) una donna con ruoli apicali nel mondo del lavoro difficilmente potrà mai avere una decina di figli e che 2) la mamma è più adatta del papà a stare con i bambini molto piccoli. In questo caso la tesi si avvera. Personalmente, scommetto senza problemi sia su 1 che su 2. Ma penso sia così per la maggioranza.

TERRIBILMENTE SCORRETTA. Non ho mai visto nessuno sopravvivere sulla scena pubblica dopo aver espresso simili concetti. Io stesso mi guarderei bene dal fare uscite simili se avessi un qualche minuscolo ruolo in società, mi arrischio solo perché sono un signor nessuno.

ORIGINALE. Non conosco precedenti. Giusto il Camillo Langone che considerava una iattura le donne che studiano. Fu a suo tempo lapidato, e questo sebbene sia una specie di Sgarbi della carta stampata: sublime stilista squalificato però in partenza sui contenuti che esprime.

NON INSULTANTE. Compatibile con le pari abilità della donna in tutti i ruoli lavorativi. Perfino con una sua certa superiorità.

LIBERTARIA. Compatibile con la libertà assoluta di scelta delle donne.

mercoledì 24 aprile 2019

LA STORIA NON ESISTE
Noi pigri non amiamo molto la Storia.
I libri di Storia sono sempre giganteschi, il che è un pessimo segnale. Tutti noi, se abbiamo qualcosa da dire, prima di dirla siamo tenuti a “mostrare i muscoli” per accreditarci, purtroppo funziona così. Ma si ha la sensazione che gli storici passino il 95% del loro tempo a “mostrare i muscoli” e il 5% a dire quel che debbono dire! La disciplina suona ridondante e qualsiasi affermazione risulta plausibile, se accompagnata dalle dovute precisazioni. Ognuno ha diritto di parola e la prende senza timori, non c’è mai la controprova di nulla, quanto agli esperimenti, fa ridere solo il pensarci. Uno sceglie la sua tesi preferita e passa la vita consolata a cumulare indizi a supporto.
C'è chi ha detto che la Storia era finita, ai non pigri non basta. Vorremmo che non sia mai esistita. Per questo preferiamo appostarci sulla luna e guardare il pianeta da lì. Da lì la storia non sembra esistere, tutto è più o meno fermo, più o meno uniforme.
Recentemente mi è venuto il dubbio che questa uniformità non sia completamente un abbaglio: forse la storia non esiste, forse la demografia è tutto.
Il grafico qui sotto, tanto per dire, abbraccia gli ultimi due millenni e descrive bene la storia umana. Al di là dell’insondabile mistero del nostro animo, infatti, il parametro della ricchezza materiale prodotta mi sembra centrale (con la ricchezza pro-capite le cose cambiano di poco).
Cosa si nota? L’ingenuo si concentra sull’impennata a cavallo tra XIII e XIX secolo e cio’ gli dà il destro per diffondersi sui meriti della Rivoluzione Industriale; e magari, tanto per metterci un po’ di pepe (la Storia annoia anche lui), la butta in politica sciogliendo il suo inno alla dea Ragione e al suo Messia in terra, ovvero l’ Illuminismo, sempre badando bene a puntare l’indice contro i freni posti da una Chiesa retriva. Il grafico di cui sopra diventa presto un totem da far girare in tutte le scuole per formare l’Uomo Nuovo.
Ma è solo un’illusione ottica.
Basta aver fatto il liceo per capire, infatti, che basta una sola equazione (iperbolica) per descrivere questo andamento storico. Non ci sono punti di rottura ma solo continuità. Tradotto: i meriti o demeriti di un certo periodo storico affondano le loro radici nel periodo storico precedente.
L’equazione valeva nell’anno 1 d.C. come nel ‘900. Sempre la stessa, ripeto. In questo senso è difficile affermare che alcune epoche siano state particolarmente “illuminate”: tutte si assoggettano allo stesso modo alla legge ferrea dell’equazione iperbolica.
Ma perché dico che la demografia ha preso il posto della Storia? Perché l’equazione specifica più promettente è quella che lega popolazione e ricchezza: più popolazione => più teste => più idee => più ricchezza => più popolazione.

martedì 23 aprile 2019

UN’EQUAZIONE PER LA STORIA

UN’EQUAZIONE PER LA STORIA
In realtà esisterebbe. Descrive i millenni passati in modo affidabile, oltre a dire che tutto dovrebbe finire Venerdì 13 novembre 2026.
E’ stata elaborata negli anni sessanta e non è nemmeno facile da afferrare: la popolazione e la ricchezza si autoalimentano, la prima spinge la seconda e viceversa. Descrive bene la parallela crescita iperbolica degli ultimi 3000 anni di queste due variabili. In questo senso, nemmeno la rivoluzione industriale rappresenta una rottura dello schema. 
Esempio (popolazione):
Anno 1: 100 milioni di persone
Anno 1000: 200 milioni di persone
Anno 1500: 400 milioni di persone
Anno 1750: 800 milioni di persone
Anno 1875: 1600 milioni di persone ... e così via.
Un modello del genere raggiunge una popolazione infinita in un tempo finito. Quello elaborato da Heinz von Foerster dopo aver analizzato la crescita della popolazione reale è molto simile e raggiunge una popolazione infinita nel 2026.
Per il reddito pro-capite le cose vanno all’incirca nello stesso modo.
Von Foerster ha pubblicato i suoi articoli nel 1960, che ironicamente è stato anche l'anno in cui le sue equazioni hanno cominciato a deragliare: la popolazione ha abbandonato il suo percorso di crescita iperbolico poiché proprio la fetta più ricca ha cominciato a fare meno figli e la crescita economica ne ha risentito. 
Ma c’era d’aspettarselo, mentre la crescita iperbolica della ricchezza è facile da immaginare, quella della popolazione è più problematica: come puo’, per esempio, raddoppiare nel brevissimo periodo, occorrono almeno nove mesi per avere un figlio!
In altre parole, l’equazione vacilla perché non abbiamo più un modo per convertire il denaro in ricercatori innovativi che aumentino la nostra produttività. Il vecchio schema era abbastanza semplice: più denaro => più cibo => più popolazione => più ricercatori => più denaro. Il nuovo modo è solo più denaro => più anni all’università, più bamboccioni e più cagnolini… 

Chissà se l' Intelligenza Artificiale ci riporterà in asse consentendoci di riconvertire l’eccesso di denaro in ricercatori: più soldi => più macchine intelligenti ricercatrici => più ricerca => più denaro.

https://slatestarcodex.com/2019/04/22/1960-the-year-the-singularity-was-cancelled/

martedì 2 agosto 2016

Demographics and Growth

Demographics and Growth - Marginal REVOLUTION:


"Younger people are more likely to pursue new ideas, take risks, and start new businesses. So an aging population is likely to lead to a less dynamic economy.

Slower population growth can also be a source of economic stagnation in its own right. A rapidly growing population means rising demand for products of all kindsnew homes, restaurants, shopping malls, and so forth. So more businesses will be started in general, which means more opportunities for experimentation. Successful stores, restaurants, and other businesses can be expanded or franchised to other metropolitan areas, allowing good ideas to spread quickly.

In contrast, in a country with a more stagnant population, starting a new business requires replacing an existing business. Even if a young person has an innovative idea for a new company, the practical difficulties of getting the business started might be too great for putting the idea into practice. And so change can only happen by convincing existing business owners to change their behavior — an inherently slower and more difficult process."



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