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lunedì 24 febbraio 2020

PEZZO DI CARTA

Ma perché la gente anela tanto al "pezzo di carta"? Bé, è abbastanza semplice, perché a nessuno interessa quello che hai studiato o sai. Vogliono solo un segnale (ovvero il pezzo di carta).
MEDIUM.COM
*Credentials in this case are not limited to just educational credentials but also work credentials i.e the ‘signal’ you get when you work…

venerdì 7 luglio 2017

Il caso dell'estate

Il caso dell’ estate

Avete seguito il caso Donnarumma?
Il tira e molla con il Milan per contrattualizzare il diciottenne ha tenuto banco questa estate. Forse oggi ci siamo, si firma a compensi stratosferici.
La vicenda ha destato un certo scandalo, anche perché Gigio, stressato, dopo la trattativa ha deciso di volare a Ibiza in vacanza mandando a monte il suo esame di maturità.
Tra i critici della vicenda ne scelgo uno che ammiro e che seguo ogni giorno: Aldo Maria Valli da Rho, vaticanista eccelso che recentemente ha scritto “266”, secondo me il miglior libro su Papa Francesco oggi in circolazione: rispettoso, deferente e anche sofferente per alcune critiche che l’osservatore indipendente non puo’ esimersi dal considerare. Una prelibatezza consigliata a tutti. peccato manchi la versione Kindle.
L’articolo del giornalista è qui. Leggetelo tutto perché è, come al solito, di livello superiore. Si pasticcia un po’ con i numeri e con le clausole – vero – ma la sostanza c’è tutta.
Di fronte ai 6 milioni annui che Donnarumma incasserà, Aldo Maria è spiazzato…
… Ora sicuramente qualcuno mi dirà che io sono un moralista da strapazzo e che se il mercato dei calciatori consente queste cifre non c’è nulla di strano nel fatto che un bravo giocatore come Donnarumma se le intaschi. Mi si dirà anche che il talentuoso portiere del Milan non costituisce l’unico caso del genere e che quindi, se proprio voglio prendermela con qualcuno, non è contro di lui che devo indirizzare i mie strali moralistici, ma contro il sistema. Va bene, capisco tutte le obiezioni. Però, signori miei, tutti quei soldi sono proprio vergognosi…
Molti sono tormentati da un fastidio simile di fronte a certe somme nelle mani di un immaturo sedicenne.
Perché?
probabilmente perché non usano bene le parole.
Mi duole dirlo di fronte ad un maestro come Aldo Maria, sempre così calibrato nelle sue espressioni e con un frasario lussureggiante a disposizione.
Mi spiego meglio: dire che Donnarumma “guadagnerà” 6 milioni di euro e chiedersi se “se li merita” non è in sé un errore marchiano – Aldo maria non lo commetterebbe mai. Tuttavia, è una formula che inganna chi la esprime e chi l’ascolta.
Molto meglio sarebbe allora mantenersi più fedeli alla realtà e chiedersi: “Donnarumma crea dal nulla un valore pari a 6 milioni di euro, è giusto che gli venga riconosciuto?”.
In questo modo le cose appaiono in una luce diversa e più veritiera. Anche il problema morale si fa meno scontato poiché non è così evidente che sia corretto privare il Donnarumma di una ricchezza che ha creato con le sue mani.
E’ un po’ quel che succede quando si dice che 1/5 dell’umanità dispone dei 2/3 delle risorse. Sarebbe più illuminante dire le cose come stanno, ovvero che 1/5 dell’umanità PRODUCE 2/3 delle risorse globali. Solo la seconda formulazione innesca la domanda cruciale di questa faccenda: come mai i 4/5 della popolazione producono solo 1/3 della ricchezza globale? Sono ignoranti? Sono incapaci? Sono arretrati? Sono mal governati? Come rimediare al problema. Sì perchè il problema è il terzo improduttivo, non gli altri.
***
Ma fin qui non abbiamo ancora detto niente, da ben altro deriva infatti il turbamento di Aldo Maria Valli. Ce lo riferisce lui stesso a metà articolo…
… È la notizia secondo la quale il portiere non si è presentato all’istituto per ragionieri di Vigevano dove avrebbe dovuto sostenere l’esame di maturità. E perché non si è presentato? Perché, dopo aver firmato il contratto multimilionario, ha preferito partire subito per le vacanze a Ibiza, dove è arrivato a bordo di un aereo privato. E perché è andato in vacanza a Ibiza senza fare l’esame? Perché la storia del contratto e tutte le polemiche degli ultimi tempi… Ecco, questa dell’esame mancato è la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia indignazione… se solo Donnarumma fosse andato all’esame, si fosse presentato ai professori e, umilmente, avesse chiesto scusa per la confusione e il fastidio arrecato… la mia indignazione sarebbe scemata…
Considero il sentimento di Aldo Maria Valli esemplare ed espresso in modo più che esemplare.
Ma cosa c’è che non va? Perché mi dissocio? Di più: perché ritengo un simile sentimento (genuino) la fonte di molti guaiper la nostra società?
Analizziamolo meglio. 
Dunque, Donnarumma se ne sbatte dell’esame di maturità, manda tutti a quel paese e se ne va in vacanza ad Ibiza perché stressato dopo la trattativa milionaria che lo ha visto al centro recentemente affiancato dal suo procuratore Rajola. Aldo Maria – e molti con lui – s’indigna e condanna.

Eppure… vediamo esattamente a cosa ha rinunciato il portierone.
  • Ad un esame per superare il quale gli viene richiesta una conoscenza del tutto inutile per il suo futuro, che è già segnato.
  • Questa “conoscenza inutile” richiesta a Gigio sarebbe comunque evaporata dopo pochi mesi,  come è capitato bene o male a tutti noi.
  • L’esame non conferirebbe comunque alcun beneficio materiale al neomilionario Gigio.
  • L’esame è comunque una prova  di personalità, vero. Ma Gigio fa un mestiere per cui ha già affrontato prove di personalità ben più consistenti: stare soli di fronte a centomila spettatori che pendono da un vostro gesto è molto più probante che stare di fronte a quattro professori annoiati che leggono il giornale con la coda dell’occhio.
  • Qualcuno sostiene che non ha comunque mantenuto un impegno, il che è condannabile. Ok, ma se è per questo ha disdetto con una cortese telefonata anche la pizzata con Enrico e pure l’uscita in barca programmata con lo zio, che non se l’è certo presa più di tanto. Insomma, rinunciare ad impegni insignificanti per sopraggiunto cambio di programma non è né strano né grave. Enrico e lo Zio lo hanno capito benissimo, sarà per un altra volta. I punti precedenti spiegano – in modo penso esaudiente – il perchè l’esame di maturità sia per Gigio un impegno del tutto insignificante.
Detto questo, chi non avrebbe rinunciato all’esame? Sarebbe irrazionale non farlo.
Oserei dire che sarebbe immaturo. Sarebbe immaturo perdere tempo con l’esame quando c’è altro da fare. In questo senso Gigio ha superato la sua prova di maturità.
Considerato freddamente tutto questo mi sorprendo, non tanto che Gigio abbia saltato l’ esame per quest’anno, ma che lo conservi ancora nella sua fitta agenda. Cosa aspetta adepennarlo?
Ma c’è di più: Gigio ha giá studiato la ragioneria per 5 lunghissimi anni. Perché ad Aldo Maria questo questo ancora non basta? Perché vuole che vada oltre, che si “rechi umilmente alla sede d’esame”? Sembra che nulla basti a tacitare l’indignato.
Comunque c’è da ringraziare Donnarumma poiché con il suo comportamento porta alla luce il rapporto un po’ perverso che abbiamo tutti noi con la scuola, ovvero con la “vacca sacra” del nostro tempo (senza Dio).
Sentiamo d’istinto il dovere di prostrarci a prescindere, di effondere incenso non appena entra nel discorso, di prendere sul serio quella trombona della Preside che attraverso l’ANSA ha denunciato urbi et orbi l’assenza di Gigio dai banchi, la tapina, probabilmente mai uscita da una scuola, è programmata per non comprendere – e con lei molti indignati – che possono anche esistere cose più serie da fare, come rilassarsi ad Ibiza in vista di una stagione lunga ed impegnativa a difesa della vulnerabile porta rossonera.
Se per noi la scuola è stata importante – e per molti in realtà è l’ unico vero obbiettivo centrato – pretendiamo irrazionalmente che lo sia per tutti, anche per coloro per cui è oggettivamente solo tempo perso – vedi i 5 punti di cui sopra.
Ci si dimentica sempre l’essenziale, ovvero  che siamo differenti, terribilmente differenti l’uno dall’altro. Un abisso ci separa e meglio sarebbe non vivere la vita degli altri se non vogliamo incappare in gaffe per eccesso di indignazione fuori luogo.
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lunedì 3 luglio 2017

Istruiscimi

Istruiscimi

Tra le tante idee radicali in cui mi sono imbattuto quella più credibile afferma che le risorse investite nell’istruzione (scuola e università) sono uno spreco.
Detta così è effettivamente una sparata esagerata. Allora precisiamo: il 50% delle risorse investite nell’istruzione dei giovani sono uno spreco.
In altre parole: se tagliassimo del 50% le risorse destinate all’istruzione (scuola e università) non ci sarebbero ripercussioni sostanziali.
Perché?
Perché spendendo in istruzione noi non vogliamo investire in capitale umano, non è quello che interessa, ci interessa piuttosto rilasciare nell’ ambiente altre informazioni che ci riguardano.
Nel caso della scuola, per esempio, ci sono i genitori che vogliono segnalare quanto si prendono cura dei loro pargoli, o ancora di più c’è uno stato che vuole fare altrettanto: spendere in istruzione vuol dire appuntarsi una medaglia al merito ed ostentarla sulla scena internazionale.
Ma soprattutto si, quando parliamo di scuola, quel che si vuole realmente è il via libera per passare agli studi superiori. I diplomifici sono al servizio di una domanda reale.
In altri termini, a noi interessa poco la formazione reale dei nostri piccoli, sappiamo che non esistono differenziali rilevanti, interessa piuttosto conseguire un titolo che ci autorizzi a procedere. Troppi indizi lo confermano.
Man mano che si sale di livello il segnale che interessa emettere cambia, diventa più orientato al mercato del lavoro: chi affronta gli studi superiori vuole conseguire titoli atti a mostrare di essere persona coscienziosa, scrupolosa e in grado di accettare un ruolo nella gerarchia dando il proprio meglio uniformandosi alle norme dell’ambiente in cui si verrà inseriti ed esprimendo qualità intellettuali di prim’ordine.
L’ortodossia crede invece che il titolo certifichi le qualità intellettuali del discente quando invece molto spesso per verificare questa dote in modo attendibile bastano dei test di poche ore, non servono corsi pluriennali.
Al contrario per mostrare “di essere persona coscienziosa, scrupolosa e in grado di accettare un ruolo nella gerarchia dando il proprio meglio uniformandosi alle norme dell’ambiente in cui si verrà inseriti” quattro anni di un duro corso universitario valgono più di tre, e cinque più di quattro… e così via all’infinito (sprecando anni di finta formazione). 
In sintesi: se qualcuno vuol studiare veramente fino a trent’anni ed oltre accumulando master per segnalare quanto è scrupoloso e dotato di autocontrollo, lo faccia pure. Ma a sue spese.

martedì 7 marzo 2017

Murray Needs a Model di bryan caplan

Murray Needs a Model
riccardo-mariani@libero.it
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2017). Murray Needs a Model [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 1
Murray Needs a Model— How About Mine? By Bryan Caplan
Nota - Posizione 4
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 7
“Have you ever noticed that welfare gives bad incentives?”
Nota - Posizione 8
OVVIO 2
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
“Have you ever noticed that some people are smarter than others?” (The Bell Curve.)
Nota - Posizione 9
OVVIO 2
Evidenzia (giallo) - Posizione 10
“Have you ever noticed that colleges don’t teach a lot of job skills?”
Nota - Posizione 11
L OVVIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
“How dare he?” But within a few years, Murray’s common-sense questions changed the way we think.
Evidenzia (giallo) - Posizione 16
the “important neglected facts”
Evidenzia (giallo) - Posizione 17
1. Only a tiny minority of students want or are capable of getting a liberal education.
Nota - Posizione 17
FATTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 18
2. For all other students, “[ F] our years is ridiculous.
Nota - Posizione 18
2
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
3. Although students acquire few job skills in college, employers pay them extra anyway.
Nota - Posizione 21
3
Evidenzia (giallo) - Posizione 23
all of Murray’s observations match my experience.
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
the connection between what they studied and what they need to know to do their job is virtually non-existent.
Evidenzia (giallo) - Posizione 27
But when he tries to explain
Nota - Posizione 27
...
Evidenzia (giallo) - Posizione 28
his story gets fuzzy.
Nota - Posizione 28
c
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
he insists that “Employers are not stupid.”
Evidenzia (giallo) - Posizione 30
the entire labor market were centrally planned by university committees.
Nota - Posizione 31
x SEMBRA CHE
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
What’s wrong with this picture?
Nota - Posizione 33
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
Universities don’t “attach economic rewards”
Evidenzia (giallo) - Posizione 38
When firms overpay
Nota - Posizione 38
...
Evidenzia (giallo) - Posizione 38
the market charges them for their mistake.
Nota - Posizione 39
c
Evidenzia (giallo) - Posizione 45
Here’s what Murray should have said: “To a large extent, the BA is what economists call signaling.
Evidenzia (giallo) - Posizione 47
Individual students who go to college usually get a good deal; so do individual employers who pay a premium to educated workers. The problem is that this individually rational behavior is socially wasteful, because education is primarily about showing off, not acquiring job skills.”
Nota - Posizione 49
x SIGNALLING
Evidenzia (giallo) - Posizione 51
a coarse indicator of our intelligence and perseverance.
Nota - Posizione 51
LA LAUREA
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
why haven’t certification tests caught on?
Nota - Posizione 54
E I TEST?
Evidenzia (giallo) - Posizione 55
The obvious explanation is that the first people in line to take the test would have high intelligence but low perseverance. After all, if they are smart enough to do well on the test, why are they so eager to avoid college? Are they lazy or something?[ 3]
Nota - Posizione 58
X COSA NN VA NEI TEST
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
cutting the BA down to size will be a lot harder than Murray thinks.
Nota - Posizione 62
PER IL MODELLO SEGNALETOCO
Evidenzia (giallo) - Posizione 62
the BA works.
Evidenzia (giallo) - Posizione 65
we’ve got to make the BA less appealing. The most obvious route is to cut government spending for education.
Nota - Posizione 66
L UNICA SOLUZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 66
crazy for government to subsidize anyone who wants to signal that he’s smart
Evidenzia (giallo) - Posizione 70
Suppose, for example, that people really had to fork over $ 30,000 per year to attend college. In this environment, there would be a strong demand for certification tests, apprenticeships, and so on, because many high-quality workers wouldn’t go to college.
Nota - Posizione 72
x IL MONDO DELLE RETTE PIENE
Evidenzia (giallo) - Posizione 72
In a world without education subsidies, they probably couldn’t afford college. Happily, though, they also wouldn’t need it.
Nota - Posizione 73
CONCLUSIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 83
Murray Is Selling His Own Argument Short By Bryan Caplan
Nota - Posizione 87
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 93
My key problems with Murray’s essay are his arguments, not his conclusion.
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
I don’t see that Murray has a coherent story
Evidenzia (giallo) - Posizione 95
The signaling model does
Evidenzia (giallo) - Posizione 97
The main losers are taxpayers
Evidenzia (giallo) - Posizione 106
Above-average high school graduates suffer a social punishment for their lack of a degree. But below-average high school graduates actually enjoy a social benefit relative to a perfect information meritocracy.
Nota - Posizione 107
x NN TUTTI I DIPLOMATI SONO SVANTAGGIATI
Evidenzia (giallo) - Posizione 108
The problem with the BA isn’t that it helps some people and hurts others. The problem is that it burns up valuable resources,
Evidenzia (giallo) - Posizione 110
Dropping Out and the Return to Education By Bryan Caplan
Nota - Posizione 114
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 116
a lot of people who start the BA don’t finish.
Nota - Posizione 116
MURRAY
Evidenzia (giallo) - Posizione 116
college……is still too intellectually demanding for a large majority of students,
Nota - Posizione 117
c
Evidenzia (giallo) - Posizione 121
Murray’s strongest response to labor economists’ conventional wisdom that more people should be getting BAs because the rate of return is so high.
Nota - Posizione 123
x ORTODOSSIA ECON
Evidenzia (giallo) - Posizione 123
labor economists normally estimate the return to completed education. It only takes a small drop-out rate to drastically reduce the expected return
Nota - Posizione 124
x MA C È DI PIÙ
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
Why Do Students Drop Out, and Does It Matter? By Bryan Caplan
Nota - Posizione 140
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 152
If a completed year of education pays a 10% return, but the marginal student has a 6% chance of not completing a year of school for any reason, that student’s expected return to education will only be 3.4%.
Nota - Posizione 155
x DAL 10 AL 3
Evidenzia (giallo) - Posizione 162
But All the Other Countries Are Doing It! By Bryan Caplan
Nota - Posizione 165
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 179
inefficient policies are often popular because systematically biased beliefs about economics are widespread.
Nota - Posizione 181
x CONTRO.IL LO FANNO ANCHE GLI ALTRO!
Evidenzia (giallo) - Posizione 182
protectionism and price controls
Evidenzia (giallo) - Posizione 183
economists overestimate the social return to education. Why? Because education is more about showing off than building human capital.
Evidenzia (giallo) - Posizione 185
the fact that “all the other countries are copying us” hardly shows that we’ve got it right.
Evidenzia (giallo) - Posizione 187
Thresholds: Who Needs Them? By Bryan Caplan
Nota - Posizione 190
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 204
Closing Questions By Bryan Caplan
Nota - Posizione 207
t
Evidenzia (giallo) - Posizione 217
Foreign languages, history, physics, physical education… in my job, they rarely come up.
Evidenzia (giallo) - Posizione 223
response I’ve heard to my skepticism about the practicality of education is that so-called “useless” subjects improve job performance by “teaching us how to think.” But educational psychologists have been testing this hypothesis for over a century, under the heading of “transfer of learning.” (See Haskell 2000 for a survey). The punchline of this massive literature is that learning is highly specific; if there is such a thing as “learning how to think,” it occurs too rarely to see it in the most of the data.
Nota - Posizione 229
X IMPARARE A PENSARE?

venerdì 20 novembre 2015

Scuola del paradiso

L’eleganza dell’uccello del paradiso è ben nota ma forse è bene rinfrescarsi la memoria con questa immagine:
paradise-7
La fluente coda dei maschi desta ammirazione in molti, specie nelle femmine.
Non che manchino inconvenienti: una coda tanto ingombrante ostacola i movimenti nel bosco e rende più vulnerabili ai predatori.
Ma forse è proprio questo che attira l’attenzione delle femmine: quanto più la coda è lunga, tanto più chi la porta “se la puo’ permettere”.
Avere una coda imponente segnala intelligenza e prestanza fisica, in caso contrario il “magnifico esemplare” ammirato dalle femmine sarebbe da tempo un “caro estinto”. Guarda caso intelligenza e fisico d’acciaio è proprio cio’ che ogni mamma desidera per i suoi figli.
In passato, al fine di contenere il numero delle vittime, c’è chi ha proposto un taglio della coda ma i soggetti più “dotati” si sono opposti: i vantaggi che traevano dalla lussureggiante appendice nel rapporto con l'altro sesso erano per loro irrinunciabili. Oltretutto, intelligenza e abilità li scudavano dai rischi estremi.
Ma un bel giorno venne avanzata la proposta di dimezzare la coda a tutti i maschi. L’uovo di colombo: i rischi sarebbero diminuiti per tutti e il valore segnaletico della coda sarebbe rimasto intatto, nessuno si sarebbe mai potuto lamentare.
Tra l’entusiasmo generale la proposta venne approvata e vissero tutti felici e contenti.
La storiella potrebbe fornire un’analogia con il nostro sistema educativo.
Gli uccelli del paradiso maschi sono gli studenti.
Gli uccelli del paradiso femmine sono i datori di lavoro.
La coda sono gli anni di studio.
La forbice è la severità nei test di ammissione.
Il “felici e contenti” del finale rappresenta il risparmio di risorse ottenute a costo zero, un risparmio da  restituire ai legittimi proprietari o da usare per una buona causa alternativa.
Problema numero uno: ma la scuola ha solo un valore segnaletico? Forse no ma, negli studi superiori, ormai il valore segnaletico è preponderante, quindi l’analogia, almeno nella sostanza, tiene.
Problema numero due: parlare di scuola non è un po’ generico? Ok, diciamo che l’analogia è ben costruita se riferita agli studi superiori.

martedì 11 novembre 2014

Perché hai fatto l' università?

Una risposta ex post:

20% per acquisire conoscenze e abilità;

20% per tenere in allenamento il conformismo e allo stress cognitivo;

10% per formare le mie amicizie in un ambiente selezionato;

50% per ragioni simboliche.

giovedì 29 maggio 2014

Score one for the signaling model of education http://feedproxy.google.com/~r/marginalrevolution/feed/~3/qLt7Og6RFnw/score-one-for-the-signaling-model-of-education.html

mercoledì 14 novembre 2012

Istruzione: finti dubbi e strategie

1. Qualche dubbio.

Perché nelle aule universitarie dove si tengono prestigiose lezioni, pur essendo l' accesso praticamente libero, entrano solo gli iscritti intenzionati a dare l' esame finale?

Perché ci si preoccupa tanto quando appena prima dell' esame emerge una nostra lacuna mentre, ad anni di distanza, ci è abbastanza indifferente constatare che ci siamo dimenticati alcune nozioni apprese a suo tempo sui banchi?


Perché superato l' ultimo esame nessuno dice mai: "ok, puo' bastare", e ci si incaponisce invece nel fare la tesi e conseguire il diploma di laurea?

Perché se l' "istruzione è un investimento fantastico" gli studenti non finanziano i propri studi attraverso mutui privati?

Perché paghiamo volentieri per chiudere un buon affare ma troviamo seccante far fronte alla retta scolastico-universitaria?

Perché gli insegnanti prendono laboriose contromisure per ostacolare la copiatura dei compiti mentre la cosa non sembra preoccupare molto gli interessati (che anzi si dedicano in modo massiccio a questa attività appena se la possono permettere)?


Perché se si propone di valutare gli insegnanti diversificandone gli stipendi si assiste a un' unanime levata di scudi? In teoria i migliori dovrebbero essere favorevoli e i peggiori contrari. Di unanime c' è solo l' avversione al rischio e una reazione tanto compatta si spiega solo se la valutazione è vissuta come una lotteria. Non è che forse è davvero così?

Perché lo studente che non copia è considerato "onesto" anziché un semplice "egoista" impegnato a coltivare il proprio orticello?

Preferireste buttarvi nel mondo del lavoro con una laurea 110/110 alla Bocconi avendo una preparazione da 90/110 a Urbino oppure con una laurea 90/110 conseguita a Urbino avendo una preparazione da 110/110 alla Bocconi?

Perché se possiamo prendere 30 (o 9) studiando meno finisce sempre che studiamo meno?


Perché molte delle nostre conoscenze ci derivano dall' ambiente in cui abbiamo studiato? Togliete dal valore degli studi quello delle relazioni a cui vi fanno accedere e valutate pure quel che resta.

Perché l' affaire Giannino è passato tanto in sordina? Giannino non millantava lauree estranee alla sua attività. Non millantava titoli per attirare qualche vecchietta sprovveduta (come fanno certi falsi dentisti): millantava titoli inerenti alla sua opera quotidiana che svolgeva in pubblico e fianco a fianco con esperti riconosciuti del settore. Millantava la forma esibendo la sostanza. Viene da chiedersi perché, di fronte a questi scandali sui titoli, non ci si indigni contro le università all' apparenza tanto inutili.

Perché dire che bisognerebbe investire sulla scuola scatena regolarmente l' applauso anche di coloro che, una volta interrogati, dimostrano di non avere alcuna idea di quanto si stia già investendo?

Perché quando ci comunicano che c' è un' "ora buca" reagiamo con sollievo se non con felicità?

Quante nozioni apprese nel corso degli studi utilizzate regolarmente oggi?

Perché tra lo scetticismo degli psicologi si sottolinea tanto spesso che la scuola "insegna a pensare", oppure, come variante, che la scuola non deve "riempire" le teste ma "costruirle"?


Perché le imprese preferiscono assumere un lavoratore competente anziché uno incompetente? In fondo potrebbero optare per il secondo pagandolo meno. Sembrerebbe che le discriminazioni sulla base delle capacità deprimano il candidato, diversamente da quelle sul titolo di studio. E quindi?
scuola

Non serve rispondere per esteso. Serve invece mettersi una pulce nell' orecchio circa il reale contributo di scuola e università nella formazione del capitale umano. Non vi sembra che la vulgata per cui "l' istruzione è un investimento fantastico" faccia acqua da tutte le parti?
insegna

2. Qualche strategia.

Gli insegnanti lamentano spesso l' esiguità dello stipendio che ricevono e in effetti oggi come oggi il loro impegno sembra più che altro un progetto di volontariato per donne con mariti destinati a portare a casa la pagnotta.

Come cambiare le cose? Ci si puo' lamentare a oltranza, viviamo in un Paese dove questa (prima) strategia paga.

In alternativa si puo' studiare la legge della domanda e dell' offerta cercando di agire in conformità ad essa. Inutile allora enfatizzare quanto sia preziosa l' opera dell' insegnante: anche l' acqua è un bene prezioso, eppure, contrariamente agli inutili diamanti, costa poco o niente.

Vado oltre, la "rispettabilità" che la società riconosce all' insegnante e al suo ruolo puo' nuocere al conquibus visto che porta con sé una qual forma di prestigio sociale. Lo sanno bene le prostitute che accumulano ricchezze proprio facendo leva sul disgusto che suscita la loro attività.

Un parallelo meno provocatorio potrebbero offrirlo gli idraulici: privi di laurea, master e specializzazioni varie si fanno guardare facilmente dall' alto in basso monetizzando questa "umiliazione" tramite corrispettivi che l' insegnante si sogna la notte.

Semplice: meno prestigio, meno concorrenza, più corrispettivo.

Ma ho l' impressione che l' insegnante sia un tipo ambizioso, difficilmente lo si puo' indirizzare verso la (seconda) strategia dell' umiltà, lui pretende sia prestigio che stipendio congruo, ci scommetto.

In questo caso non resta che guardare a notai, dentisti, commercialisti e compagnia cantante, si tratta di categorie che fanno soldi sbarrando gli "ingressi" nel novero dei fortunati; la legge (che si sono fatti fare) glielo consente e loro la sfruttano. Meno concorsi, meno assunzioni, meno insegnanti, più soldi a parità di prestigio.

La terza strategia è però condannata se non elude un ostacolo evidente: il Sindacato. Un sindacato politicamente potente vuole tanti iscritti per manovrare tanti voti, ma tanti insegnanti significa stipendi bassi. Presumibilmente da noi gli stipendi sono più bassi che altrove proprio perché il nostro sindacato è uno dei più politicizzati (talmente politicizzato che organizza persino manifestazioni per la Palestina pur di non occuparsi degli stipendi degli iscritti!).

Se non si possono aumentare gli stipendi di tutti si possono pur sempre aumentare gli stipendi di qualcuno (quarta strategia). Pensate solo a un mondo con "education on-line": esisterebbero pochi insegnanti superstar pagati quanto Ronaldo o Messi.

Ma restiamo con i piedi per terra affrontando la dura realtà. Problema: come individuare i meritevoli?

L' intuito ci dice che alcuni insegnanti sono meglio di altri, peccato che non esistano dati oggettivi in grado di confortarci sul punto in modo inequivocabile. Puoi controllare per razza, genere, titoli, esperienza senza incontrare mai differenze apprezzabili. La cosa è piuttosto frustrante, la qualità di un insegnante sembra essere allora qualcosa di "personale", una specie di fascino. E si capisce, in fondo l' insegnante è chiamato per lo più a motivare i ragazzi su materie noiose, e deve farlo senza barare, ovvero senza rendere meno noiosa e ostica la materia che insegna: siamo a scuola, mica al festival della matematica o della biologia. Si potrebbe allora misurare quanto il docente conosca cio' di cui parla: la preparazione è segno di passione e avere passione è un prerequisito per comunicarla e motivare il discente.

Da qualsiasi parte la si prenda la strada delle "misurazioni della qualità" è impervia, non per niente si chiamano "qualità"; stentiamo a definire le condizioni "necessarie", figuriamoci quando affronteremo le "sufficienti".

Sarà per tutto questo che va alla grande la quinta strategia: trovarsi un coniuge solvibile e/o un secondo lavoro.



LA TEORIA DEL SIGNALLING


  1. Frequentare l' università non serve ad accumulare capitale umano e nemmeno a segnalare uno status bensì a segnalare conformismo.
  2. Perché non l' intelligenza o la volontà? Perché quella puo' essere testata velocemente e in modo affidabile, specie l' intelligenza.
  3. Servono davvero tanti anni per segnalare conformismo? Certo, essere conformisti per sei mesi son capaci tutti. Cio' non toglie che ci sia uno spreco a tutto vantaggio di chi nella scuola ci campa.
  4. Se è uno spreco di risorse presto avremo alternative più economiche: non stanno mai per molto 1000 euro sul marciapiede.
  5. Difficile pensare ad alternative, guarda al fallimento dell' education onlineo: e.o. non segnala conformismo, anzi, attrae (adverse selection) gli anti-conformisti essendo un' alternativa più veloce e meno costosa dell' università tradizionale con tutti i suoi rituali.
  6. Ma gli imprenditori non hanno alternative a cui rivolgersi? L' università sussidiata puo' permettersi percorsi lunghi e tortuosi, è chiaro che gli imprenditori scelgono al vertice, indipendentemente dal fatto che un vertice tanto elevato non sia "efficiente", tanto non pagano loro.
  7. La soluzione? Non viene dall' online ma dal taglio dei sussidi.
  8. Analogia: la coda degli uccelli del paradiso: segnala prestanza ma causava molte vittime cosicché gli uccelli decisero di tagliarsela di venti cm ciascuno: il potere segnaletico restò intatto ma gli sprechi furono spazzati via.
  9. Cosa c' è che non va nella teoria dello status? Lì sì che non c' è motivo affinché un' alternativa si affermi.
  10. La teoria del signalling (cosa dicono i vicini?) ossifica la situazione, del resto il conformismo è anche augurabile (vedi distinzione uomo/animale). Come risolvere? Grazie al mercato, le alternative si impongono quando sono molto convenienti.
  11. Teoria della scuola: 20% capitale umano, 10% status e 70% signalling.