L'Intelligenza Artificiale batterà il mercato?
Tesi: no.
Svolgimento. La mia non è una risposta originale e questo saggio non verterà tanto sull'implausibilità del "sì" quanto sulla differenziazione con gli altri "no" proposti. Detto questo, vediamo l'argomento standard per il "sì": 1) I chatbot hanno assorbito un'enorme quantità di dati. 2) Grandi quantità di dati producono conoscenza. 3) La conoscenza permetterà ai computer di pianificare l'economia. John Thornhill ha citato l'imprenditore Jack Ma, tra gli altri, sostenendo che alla fine un'economia pianificata sarà possibile. Chi lo nega si affida invece all'economista Friedrich Hayek per cui la concorrenza di mercato è una procedura di scoperta ineguagliabile e non riducibile al calcolo. Anche se un computer possedesse tutte le conoscenze attuali, sostengono i partigiani del "no", non potrebbe sostituire questa procedura di scoperta. Hayek ha sostenuto che alcune informazioni sono tacite, il che significa che non saranno mai articolate in una forma che possa essere inserita in un computer. Ha anche sostenuto che alcune informazioni sono disperse, cioè sono conosciute solo in piccola parte da una persona. Un computer centrale non saprà come tu, in quanto individuo, potresti fare uno scambio tra due beni. Tu stesso potresti non essere in grado di esprimere le tue preferenze, fino a quando non ti troverai di fronte a una scelta a prezzi di mercato. Costretti a fare congetture, i pianificatori inevitabilmente sbaglieranno l'allocazione delle risorse. Ma mentre in un sistema di mercato, le decisioni sbagliate comportano perdite per le aziende, costringendole ad adattarsi, senza i segnali forniti da prezzi, profitti e perdite, il computer di un pianificatore centrale non sarà nemmeno consapevole degli errori che commette. La cosa puo' essere riassunta in questo modo: la conoscenza non è un dato, e i dati sono solo un surrogato incompleto della conoscenza. La conoscenza è anche percezione, interpretazione e giudizio; la distillazione di questi elementi in azione in un sistema economico con prezzi (e profitti e perdite) crea i dati. Il calcolo economico ha una dimensione cognitiva irriducibile, perché si basa su giudizi personali soggettivi sui costi di opportunità. Qui voerei sostenere che un "no" puo' venire anche da chi non si impegna nell'irriducibilità del pensiero. L'idea è che quando abbiamo a disposizione un'intelligenza in grado di "domare" sistemi complessi, allora aumenta anche la complessità del sistema riportandoci al punto di partenza. In altri termini, se il pianificatore di oggi è un'IA molto più intelligente rispetto al pianificatore del passato, anche gli operatori di sistema si avvarranno per le loro scelte di IA molto più intelligenti che in passato. In questa gara strategica si rimarrà fermi dove si sta e il mercato sarà ancora lo strumento più adatto ad allocare le risorse.
La conoscenza non è un dato, e i dati sono solo un surrogato incompleto della conoscenza. La conoscenza è percezione, interpretazione e giudizio; la distillazione di questi elementi in azione in un sistema economico con prezzi (e profitti e perdite) crea i dati. Il calcolo economico ha una dimensione cognitiva irriducibile, perché si basa su giudizi personali soggettivi sui costi di opportunità.
Chiarire queste differenze tra conoscenza e dati suggerisce che l'economia complessa non è in realtà calcolabile, almeno non in un senso significativo che rifletta i valori umani sottostanti e possa adattarsi a condizioni sconosciute e mutevoli in sistemi dinamici. L'AI può generare, elaborare e analizzare i dati, ma non può reagire ai dati e intraprendere azioni senza una conoscenza contestuale fondata sulla cognizione umana.L'AI può generare, elaborare e analizzare i dati, ma non può reagire ai dati e intraprendere azioni senza una conoscenza contestuale fondata sulla cognizione umana. L'AI non può eseguire calcoli economici senza l'apporto umano.
https://reason.com/2024/05/04/wicked-problems-remain/