La vaghezza di Quine -
La vaghezza sembra un deficit epistemico: non possiamo sapere tutto e, spesso, nemmeno è utile approfondire troppo. Che senso avrebbe sapere con esattezza cosa intende Tex Willer quando ordina al Saloon "una bistecca con una montagna di patatine"? Quante patatine intende avere nel piatto? Si puo' andare oltre pensando la vaghezza come utile per la ricerca della verità in comune, come una forma di richiesta d'aiuto che indirizza appropriatamente i nostri soccorritori. Esempio, io parlo qui vagamente della vaghezza ed ecco che interviene Montagner Alessio con un commento dettagliato che mi chiarisce ogni cosa chiudendo la questione. Oppure puo' servire a coordinarci meglio: se l'Onda Verde fosse troppo dettagliata nel riportare un ingorgo orribile rischierebbe di deviare tutto il traffico nelle strade minori creando un ingorgo ancora peggiore. Pensate a quali virtuosismi linguistici deve ricorrere se l'obbiettivo ottimale è quello di stornare solo il 70% delle vetture? Persino Dio sembra trovare utile la vaghezza quando intende farsi conoscere da noi senza farsi conoscere troppo, forse anche lui persegue un duplice obbiettivo: manifestarsi senza conculcare la nostra libertà di sceglierlo. lo stesso dicasi per gli UFO. Perché non dicono chiaramente che ci sono e ci guardano? Forse non vogliono interferire per scrupolo morale ma al contempo vogliono alimentare i nostri dubbi qualora ci venisse in mente, una volta ottenuti i mezzi, di "partire alla conquista dell'universo". Ascoltate un banchiere centrale (Draghi) che parla agli operatori finanziari durante una crisi: deve creare aspettative mentendo ma anche conservare la sua autorevolezza per la crisi successiva. E che dire dei mafiosi? La loro ambiguità funzionale è talmente spettacolare che sono il soggetto ideale per molti film e molti libri. Questo perché spesso devono dire cose che ogni ascoltatore interpreti in modo differente. Del resto, un'attività umana tra le più nobili - quella artistica - sembra concentrarsi unicamente sul linguaggio suggestivo. Un motivo ci sarà. Ma l'uomo non deve solo chiedere aiuto, coordinarsi o godere della bellezza, deve anche comunicare, cosicché non puo' rinunciare alla chiarezza. Per questo molti filosofi si sono dedicati alla chiarificazione dei termini. Frustrati dai successi della scienza, hanno per un attimo accarezzato l'idea di avere un campo legittimo tutto loro. Il progetto di isolare un linguaggio analitico sembra ormai sfumato, specialmente da quando hanno scoperto di non poter distinguere l' "analitico" dal "sintetico". Una proposizione analitica è vera in virtù del suo significato, senonché un famoso filosofo dimostrò che anche le proposizione con un significato ben definito in realtà non ce l'hanno. Qualche talebano ha concluso che la distinzione analitico/sintetico non esista, il che pare piuttosto assurdo visto che ogni filosofo, ma anche ogni persona ordinaria, è in grado di classificare in modo affidabile nelle due categorie e produrre indefinitamente molti esempi di proposizioni 'analitiche' e 'sintetiche' che non sono mai nessun altro filosofo mette in discussione (tipo "ogni dodecaedro ha 12 facce"). Non è questa una forte prova che la distinzione esiste? Da questo puzzle, del resto, si puo' uscire in modo semplice sostenendo che il significato di "analitico" non è ben definito. Quindi, la distinzione esiste ma ha un residuo di vaghezza. Non è poi così grave visto che tutte o quasi tutte le parole più importanti della filosofia non sono ben definite ma sappiamo cosa significano, almeno per i nostri scopi.