mercoledì 5 giugno 2024

Epicuro confutato

Non temere la morte è un bias cognitivo.

Di fronte alla morte molti adottano un atteggiamento epicureo: la morte considerata come cessazione dell'esistenza non ci danneggia; non ci danneggia quando siamo vivi (poiché non siamo morti) e non ci danneggia quando siamo morti (poiché allora non esistiamo per essere danneggiati). L'argomento sembra fallace basta fare un parallelo usandolo per consolare un nano: "in fondo non è un danno per te occupare poco spazio, cioè essere troppo piccolo. Infatti, il danno di occupare troppo poco spazio non si verifica dove esisti (poiché quello è lo spazio che occupi) e non si verifica dove non esisti (poiché lì tu non ci sei). La risposta ovvia del nano sarà che l'insieme della sua persona rimpiange lo spazio che non occupa e quindi è danneggiata (più probabilmente si limiterà a sputarti in un occhio). Gli economisti sanno cio' che Epicuro trascura: la gran parte dei costi sono costi-opportunità e non costi effettivi. La morte è uno spauracchio perché mi impedirà di scrivere migliaia di post o di fare molte più conversazioni soddisfacenti di quelle che farò. Non capirlo significa non apprezzare la vita o cadere vittima di un bias cognitivo.

https://alexanderpruss.blogspot.com/2024/06/the-epicurean-argument-on-death.html.