IL SEGRETO DEL GENIO
Tutti sanno che il genio ha talento e determinazione. Ma c'è un terzo ingrediente che viene trascurato: il suo interesse ossessivo per un argomento particolare.
Chi frequenta il mondo del collezionismo sa cosa intendo per "interesse ossessivo". Ci sono per esempio persone che raccolgono vecchi biglietti dell'autobus, devi vedere la loro ossessione per le minuzie, possono cavillare per ore su distinzioni che a noi suonano del tutto irrilevanti. L'amore di un collezionista per i suoi biglietti sembra davvero disinteressato. Non lo fanno per impressionarci o per diventare ricchi, ma per se stessi.
Una delle caratteristiche più sorprendenti del libro che Darwin scrisse sul Beagle è la pura gratuità del suo interesse per la storia naturale. La sua curiosità sembra infinita. Idem per Ramanujan, che seduto lavora per ore sulla sua lavagnetta per vedere cosa succede ad una serie matematica. È un errore pensare che i due geni stessero "gettando le basi" per le scoperte fatte in seguito. Si stanno solo dilettando, non hanno un piano da seguire, assomigliano di più ai collezionisti di biglietti d'autobus che si gingillano con la loro passione. La differenza è che questi ultimi si dedicano a materie da cui non uscirà mai nulla di interessante per l'umanità.
E gli altri due ingredienti? Nell'interesse ossessivo c'è già tutto: se non sei bravo in matematica difficilmente la troverai interessante, e quando sei ossessivamente interessato a qualcosa, non hai bisogno di tanta determinazione.
L'interesse ossessivo convoglierà la fortuna verso di te. Il caso, come diceva Pasteur, favorisce chi è nel posto giusto al momento giusto con la mente preparata. Ecco, l'appassionato si aggira sempre nei paraggi con antenne dritte.
Alle nuove idee si arriva anche e soprattutto sprecando il proprio tempo e seguendo vie poco promettenti. Ma in che modo taluni scoprono questi percorsi che gli altri trascurano? La vulgata dice che hanno semplicemente una "visione" migliore: vedono cio' che altri non vedono. Ma le cose non vanno così. Darwin notò cose che sfuggivano ad altri perché era davvero interessato a quelle cose, ci girava intorno da anni e gli piaceva farlo. Non si è limitato a seguire tracce "promettenti". Semplicemente, data la sua curiosità in materia, ha praticamente seguito tutte le tracce, non poteva evitare di fare diversamente.
Questa teoria del "genio collezionista" si aggancia alla famosa definizione di Carlyle che vede il genio come capacità infinita di sopportare la "fatica del problema". Ma ci sono due differenze. La teoria dei biglietti dell'autobus chiarisce che la fonte di questa infinita capacità di sopportare le sofferenze non è l'infinita diligenza ma un'impossibilità a stare lontani dal problema, un po' come i collezionisti non riescono a passare un giorno senza pensare ai loro biglietti d'autobus.
Ma come capire se dal tuo interesse spasmodico sortirà qualcosa di importante? Forse una certa cosa è tanto più promettente quanto più è difficile, specialmente se è più difficile per gli altri che per te. Le ossessioni delle persone di talento hanno maggiori probabilità di avere effetti importanti. Quando le persone di talento si gingillano con cose casuali, non sono mai veramente casuali. Il loro tempo sprecato potrebbe essere tempo prezioso per l'umanità.
Un altro pregio della teorie sta nel fatto che l'interesse è distribuito in modo molto più disomogeneo dell'abilità. Se l'abilità naturale è tutto ciò di cui ha bisogno il genio e l'abilità naturale è distribuita uniformemente, diventa difficile spiegare la rarefazione casuale delle grandi scoperte nei vari campi. Ma la spiegazione diventa più semplice se il fattore centrale è l'ossessione: gente diversa ha interessi diversi.
La teoria del genio collezionista spiega anche perché le persone di genio sono molto meno produttive dopo che hanno figli: qui l'interesse deve competere non solo con ostacoli esterni, ma con un altro interesse interno molto potente.
Forse il motivo per cui le persone hanno meno idee mentre invecchiano non è semplicemente legato all'indebolimento delle loro facoltà cognitive. Può anche essere perché, una volta scquisita una certa immagine, non puoi più scherzare con progetti collaterali irresponsabili come facevi quando eri giovane e a nessuno importava delle tue attività.
Se la ricetta del genio fosse semplicemente "talento più duro lavoro" possiamo solo sperare di possedere il primo e poi darci dentro a testa bassa. Se invece la teoria più corretta fosse quella del "genio collezionista" saremmo in grado, coltivando l'interesse, di coltivare un genio. Invece di stringere i denti e perseguire diligentemente ciò che tutti considerano promettente, forse bisognerebbe provare a fare cose difficili solo per divertimento.
A volte, chi guarda con sospetto il tentativo di rendere interessante una materia, ci dice che approfondire certe materie comporta fatica e sudore, e che quindi è dannoso cercare di "abbellire" la faccenda. Non condivido, non perché non ritenga sia vera la storia della fatica ma perché viene proposta dallo scettico in modo troppo timido, occorre andare oltre: tutte le materie difficili sono TROPPO faticose se affrontate senza passione.