giovedì 28 novembre 2019

SEVERINO, SPIEGATI!

SEVERINO, SPIEGATI!
Emanuele Severino, per molti il nostro massimo filosofo, è assurto a notorietà per aver negato l'esistenza del tempo in TV gettando tutti nello sconforto e nella meraviglia. In realtà chi ha fato il liceo ci assicura che ha illustri predecessori. Il problema, semmai, è trovarne uno che l'abbia fatto in modo chiaro, ovvero analitico.
Forse l'ho trovato: J.M.E. McTaggart.
Vediamo come vede le cose il McTaggart. Gli eventi nel tempo possono essere passati, presenti o futuri, dove queste proprietà si intendono reciprocamente esclusive. Ora considera un evento "e". Prima che si verifichi "e" è nel futuro. Mentre sta accadendo è nel presente. Dopo che si verifica è nel passato. Pertanto, "e" è sia nel futuro che nel presente che nel passato. Ma questo è contraddittorio, poiché, come abbiamo detto, gli attributi di passato, presente e futuro si escludono a vicenda. Ergo: il tempo non esiste.
Come se ne esce? Per esempio così: supponiamo che l'evento sia la scrittura di questo post: ora è nel presente, ieri era nel futuro e domani sarà nel passato. Nulla può avere proprietà incompatibili contemporaneamente; tuttavia, non c'è contraddizione nel fatto che una cosa abbia proprietà incompatibili in momenti diversi.
McTaggart risponde che l'obiezione implica l'introduzione di una seconda serie temporale. La serie temporale originale prevedeva "eventi ordinari" che possono verificarsi nel passato, nel presente e nel futuro. La seconda serie temporale, invece, coinvolge "eventi passati" che si verificano nel passato, "eventi presenti" che si verificano nel presente ed "eventi futuri" che si verificano nel futuro. Ma l'impertinente considerazione di McTaggart può essere sollevata nuovamente per questa seconda serie: la presenza stessa di "e", tanto per dire, ha la proprietà di poter essere passata, presente e futura. Ancora una volta, queste sono proprietà incompatibili, quindi torna la contraddizione. Inutile dire che la replica a questa risposta di McTaggart sarebbe simile alla precedente e la discussione si inabisserebbe in un regresso infinito.
Ma la presenza del regresso infinito a chi dà rgione? A chi afferma o a chi nega l'esistenza del tempo?
Il regresso infinito, non spiegando nulla, dà ragione a chi non deve spiegare nulla. E' McTaggart (con Severino) che deve spiegarci la bizzarra affermazione per cui il tempo non esisterebbe!
Mc Taggart potrebbe rispondere che siamo noi a dover spiegare le contraddizioni che si creano postulando l'esistenza del tempo. Qui occorre chiarire un punto che abbiamo dato per scontato: il principio di non contraddizione.
Ammettiamo che il principio di non contraddizione sia questo: nulla al mondo può avere due o più proprietà incompatibili contemporaneamente. In questo caso utilizzare il regresso è legittimo per gli oppositori di Mc Taggart poiché non c'è nessuna contraddizione che devono spiegare.
Ma ammettiamo che il principio di non contraddizione fosse: nulla al mondo può avere due o più proprietà incompatibili, indipendentemente dal fatto che siano possedute contemporaneamente o in momenti diversi. In questo caso il ricorso al regresso è vano, ma per fortuna non ce n'è bisogno visto che basta rigettare questa strana versione del principio di contraddizione per mettersi al sicuro dalle bizzarrie filosofiche.