TRA 150 ANNI
Questo è il classico libro sconsigliato alle donne, salvo eccezioni sono sempre così poco interessate alle cose "distanti" nel tempo e nello spazio, specie quando si ha la pretesa di trattarle con rigore senza fantasticherie di sorta o metafore allusive all'oggi. L'orizzonte qui assunto è quello ultrasecolare, un futuro a detta dell'autore - fisico ed economista - dominato dai robot. Anzi, dagli emulatori, ovvero soggetti artificiali creati partendo da "stampe" selezionate di cervelli umani successivamente "caricati" su computer e adeguatamente velocizzati e potenziati.
Hanson non intende affrontare problemi filosofici legati all'identità di questi esseri. Niente domande del tipo: "hanno una coscienza?", "hanno dei diritti?", "sono come me?". Niente di tutto questo, ci si concentra solo sulle implicazioni sociali più probabili in presenza di questi soggetti.
Francamente, ho qualche dubbio che si si possano realisticamente calcolare le conseguenze sociali senza farle in qualche modo dipendere dallo status ontologico che verrà attribuito a questi nuovi esseri. E difatti, Hanson, nonostante la professione di intenti iniziali, di fatto finisce per privilegiare l'ipotesi ontologica più estrema: gli emulatori sono sostanzialmente degli esseri umani. Il che è del tutto lecito (io stesso propendo per questa soluzione) senonché non capisco perché non venga esplicitato.
Purtroppo, il libro parla poco degli esseri umani in senso stretto mentre io sarei più curioso della loro sorte visto che nonostante tutto considero gli uomini biologici i miei veri discendenti. Ad ogni modo quel che dice di loro è rassicurante, l'uomo biologico sarà sì marginalizzato rispetto alle attività produttive, vivrà nelle campagne, lontano dalle città più dinamiche ma godrà pur sempre di uno stato confortevole garantito dalle rendite dei suoi investimenti fatti nell'economia iper-produttiva degli emulatori. Gli uomini biologici resteranno proprietari più o meno di tutto - immobili, azioni, obbligazioni, brevetti... - ma si ritireranno dagli affari vivendo indolenti e appartati. Così come noi non ci liberiamo dei nostri pensionati, gli emulatori non si libereranno dei loro creatori, un'azione distruttiva minaccerebbe la stabilità legale. finanziaria e politica del mondo in cui vivono.
Un problema potrebbe essere visto nel fatto che l'attività mentale potenziate degli emulatori sarà enormemente più veloce di quella umana, cosicché, come dice Hanson, un anno nella testa di un uomo equivale a un millennio nella testa di un em. In questo senso può darsi che la civiltà umana sia vista dagli emulatori come già vecchia dopo la prima generazione dal loro avvento. C'è anche da dire comunque che se gli emulatori vedranno mai la luce probabilmente subiranno una profonda selezione in favore della docilità in modo da minimizzare le minacce. In questo senso il libro rompe un tabù poiché quando si scrive su questi argomenti la tentazione di cedere al dramma e alla distopia è forte.
Molte cose descritte destano il nostro stupore ma Hanson ci invita a tenere i nervi saldi di fronte agli scenari fantastici che dipinge consigliando di guardare ai grandi cambiamenti del passato verificando quanto i nostri antenati differivano da noi. Francamente non vedo tutte queste differenze abissali, un personaggio di Shakespeare mi pare tremendamente credibile e tremendamente vicino a me anche oggi. Il poeta romano Terenzio diceva: "tutto cio' che è umano mi riguarda". Sottoscrivo.
Hanson procede per analogie: poiché di fronte a Y l'uomo ha sempre fatto X, gli emulatori, che sono umani con super-poteri, faranno anche loro X nella situazione Y, ma lo faranno in modo ancora più efficiente. In questo modo Hanson puo' dispiegare tutto il suo sapere nelle scienze sociali.
La stragrande parte degli emulatori vivrà poveramente con un salario di sussistenza (come quasi sempre nella storia dell'uomo). Ma anche grazie a questa situazione di massa non dovrà affrontare gli stress delle diseguaglianze. D'altronde nel proprio tempo libero (poco) potrà godere di intrattenimenti di prima qualità.
Non si capisce bene come mai gli emulatori ai vertici non usino la minaccia e il dolore fisico per incentivare la massa di emulatori lavoratori.
Va da sé che che una società composta da individui super-potenziati sarà super-ricca, secondo Hanson la ricchezza verrà raddoppiata ogni mese. Anche qui le stime sono analogiche: poiché l'incremento di produttività nel passaggio dall'agricoltura all'industria è stato di una certa entità, si applicherà lo stesso fattore nel passaggio dall'industria all'era degli emulatori.
A prima vista sorprende il ritorno a valori del passato (gli em, per esempio, saranno religiosi). D'altro canto lo si puo' capire: nessun emulatore verrà messo a punto per spassarsela o divertirsi. Si tratta di esseri messi al mondo per lavorare sodo (workalcoholic). La cultura del lavoro recupera necessariamente religiosità e tradizioni legate al culto del sacrificio e dell'abnegazione.