ANCHE GESU' NEL SUO PICCOLO S'INCAZZA
"... succede spesso che, al fine di attrarre più facilmente coloro che si differenziano da lei, la Chiesa Cattolica finisca per modellare i suoi insegnamenti più in accordo con lo spirito del tempo e rilassare parte della sua antica severità facendo alcune concessioni alle nuove opinioni. Molti arrivano a pensare che queste concessioni dovrebbero essere fatte non solo riguardo ai modi di vivere, ma anche riguardo alle dottrine che appartengono al deposito della fede. Sostengono che sarebbe opportuno, al fine di guadagnare il favore di chi vive lontano dalla nostra fede, omettere alcuni punti del suo insegnamento e comunque attenuare il significato che la Chiesa ha sempre attribuito a loro..."
Queste parole sono quelle con cui Leone XII esorcizzava il vizio dell' "Americanismo". Mi sembra che non siano poi così superate: l'eterna dannazione, la necessità della conversione alla fede cattolica, l'immoralità della contraccezione e molte altre dottrine impopolari non sono molto discusse, sono piuttosto "coperte", ammorbidite e de-enfatizzate nelle rare occasioni in cui vi si accenna.
Purtroppo, la "mitezza" inoffensiva non è in l'essenza del cristianesimo, anche se questa è un'idea che persino molti ecclesiastici sembrano aver fatto loro, cio' è evidente dagli innumerevoli sermoni melensi che si sentono sull'amore di Dio, l'accettazione e il perdono, mai un riferimento al giudizio divino o agli insegnamenti morali più fastidiosi - e che, proprio per questa ragione, hanno più bisogno di essere ripetuti. Ed è evidente anche nella tendenza dei moderni vescovi cattolici di enfatizzare il dialogo e il terreno comune piuttosto che la conversione, l'ortodossia e la precisione dottrinale.
Che la mitezza abbia un suo posto di prima fila in una fede ordinata non c'è dubbio. Ma c'è anche il Cristo che rovesciò con rabbia le tavole dei cambiavalute, che insegnò un codice morale più austero di quello dei farisei e che minacciò peccatori non pentiti con la fornace ardente, che evocava i gemiti e il digrignar dei denti, non esattamente l'emblema dell'accettabilità sociale.
Non voglio dire che i cattolici caramellosi di oggi non siano in grado di covare rabbie e rancori, dico solo che sarebbe meglio li riversassero sul peccato anziché su chi esprime dubbi circa il loro perenne sorriso stampato.