PERCHE' IL VINO SI'?
Non vinceremo mai la lotta per liberalizzare le droghe. Mai.
Il problema sono i nostri compagni di strada, gente che non spende una parola su quanto le droghe siano pericolose, minacciose, terribili e in grado di rovinare la vita di un giovane. Che non lo facciano è comprensibile poiché - non essendo liberali - il loro primo istinto di fronte a pratiche "pericolose, minacciose, rovinose e terribili" sarebbe quello di proibire.
La droga non puo' essere liberalizzata senza una cultura negativa della droga, e questi "compagni di strada" fanno di tutto per ostacolarne la promozione.
Continuano invece a ripetere che combatteremo le mafie. In parte vero, ma è più probabile che le mafie investiranno in attività legali (come già fanno), oppure che rispondano abbassando i prezzi e proponendo sostanze più forti e letali. Il legame tra crimine e mafia non è solo di interessi ma anche psicologico: il criminale e il drogato sono tipi affini, entrambi sempre in cerca di gratificazioni immediate. Fatevi un giro nei legalissimi postriboli di Lugano e delibate l'umanità in circolo per quei corridoi. In prevalenza brutti ceffi, gente che venderebbe la mamma per un fiorino, gente a cui importa molto relativamente se quei posti siano o meno "legali",
Continuano poi a ripetere che i drogati non aumenteranno. Falso, senza un robusto stigma sociale su queste pratiche i drogati aumenteranno. Persino nel tanto esaltato Portogallo ad ogni piccolo segno di crisi economica i drogati esplodono. Ma "loro" si ritraggono alla parola "stigma", lo associano d'istinto allo stereotipo discriminatorio! Ah, con questa gente non si fa molta strada sulla via della libertà.
No. L'unico argomento robusto per liberalizzare è quello del vino: perché il vino sì e il resto no? Ecco, questo argomento è buono. E' buono perché la risposta illumina: del vino abbiamo una cultura (plurisecolare), della droga no.