giovedì 14 novembre 2019

I TOPOLINI DEGLI ECONOMISTI VANNO IN PENSIONE

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I TOPOLINI DEGLI ECONOMISTI VANNO IN PENSIONE
Se un tale predica bene e razzola male, voi guardate a quel che dice o a quel che fa?
In genere a quel che fa.
Se un profeta non scommette sulle sue profezie, come lo giudicate?
In genere come un ipocrita, perché diamo più valore ai comportamenti che alle parole, per questo invitiamo a gente "a mettere i soldi dove mette la lingua".
Le scienze economiche, fondandosi su questa intuizione, adottano da sempre il paradigma delle "preferenze rivelate". Per l'economia l'interiorità degli agenti economici (credenze, preferenze, sentimenti...) sono irrilevanti, viene semplicemente inferita dai comportamenti. L'economista vede le persone come topolini di laboratorio che rispondono unicamente ad incentivi materiali provenienti dall'esterno.
Ma da qualche tempo questo paradigma è in crisi, i sondaggi, per esempio, hanno sempre più rilievo anche nelle ricerche economiche.
Il caso delle "preferenze falsificate" esemplifica bene la crisi. Se dico che odio il mio capo ma gli ubbidisco come uno scolaretto, è evidente che le mie parole pesano di più dei miei comportamenti, occorre tenerne conto. Se il Manifesto mi assume e in redazione sostengo opinioni moderate pur condividendo in separata sede le ragioni di Salvini, sono più credibile in questa seconda versione. I casi in cui le credenze dominano sui comportamenti sono molte.
Perché gli economisti non hanno mai previsto una rivolta civile? Perché fino al giorno prima tutti si comportano come bravi cittadini. Le rivolte hanno una dinamica a spirale (escalation) e sono prevedibili solo da chi sa sondare l'animo della popolazione, cosa che gli economisti tradizionali si rifiutano di fare per principio.
Io so che quel che credo influenza quel che faccio, almeno quanto i miei comportamenti pregressi, perché mai non dovrei tenerne conto?
Ma i comportamentisti hanno pronto il contrattacco: 1) le persone mentono, 2) le persone si sbagliano. Ergo: mai fidarsi dei quel che dicono.
La critica non coglie nel segno poiché noi - grazie al prezioso lavoro della psicologia sui bias cognitivi - bene o male sappiamo quando la gente dice bugie o si sbaglia, quindi sappiamo quando diffidare. Se uno esalta se stesso è poco credibile, così come è poco credibile quando ripete cose dette da persone "prestigiose" o alla moda. Noi sappiamo fare la tara, e dunque facciamola anziché bandire l'animo umano dall'economia. Più anima, meno topolini.
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