LA LOTTA CONTINUA DI “AVVENIRE”
Giovanni teme per la sua incolumità quando è a casa sua o gira per la strada, o per lo meno, non si sente più sicuro di quanto si sentisse a suo tempo suo padre, eppure i crimini che lo minacciano sono calati di parecchio.
Giuseppe non si sente del tutto appagato nella sua vita, o per lo meno, non si sente molto più realizzato di quanto si sentisse suo padre, eppure i suoi mezzi e i suoi consumi sono di parecchio più eleati di quelli del genitore.
Lo strano fenomeno che colpisce Giovanni e Giuseppe è ben noto agli psicologi che lo chiamano “adattamento”: cambia il mondo esterno ma quello interno si adatta senza cambiare granché.
Molto spesso, nell’ottuso fuoco della battaglia politica di prima linea, questo semplice schemino viene disatteso e così c’è sempre l’ipocrita che considera Giovanni un pericoloso fobico nostalgico del Talione quanto del Far West nonché ossessionato da armi e autodifesa mentre allo stesso tempo considera Giuseppe un individuo sensibile e ricettivo che ha smascherato gli inganni del consumismo riscoprendo la sua umanità profonda.
Ma facciamo nomi e cognomi: l’ orrido “Avvenire” compie ogni giorno questo stravolgimento della simmetria ad uso e consumo ideologico.