CONSIGLI PEDAGOGICI DOC
Direttamente da Douglas K. Detterman:
“All’inizio della mia carriera di insegnante pensavo fosse buona norma rendere le cose difficili agli studenti affinché scoprissero da soli i principi sottostanti. Ritenevo infatti che questa capacità di “scoprire” fosse una competenza fondamentale che gli studenti dovevano apprendere per poi trasferirla in altri contesti. Ora la mia ottica è cambiata e vedo la scuola, anche l’università, fondamentalmente come una trasmissione di informazioni che deve realizzarsi nella maniera più semplice e comoda per chi deve apprendere. Qualche esempio? Se prima restavo ambiguo su come dovesse essere svolto un compito, ora mostro agli sutenti i compiti migliori per essere chiaro su cio’ che voglio da loro. Nelle mie lezioni precedenti lasciavo agli studenti l’onere di trarre le conclusioni generali, ora sono io ad enunciarle chiaramente con tanto di esempi specifici. Oggi, insomma, sottoscrivo il principio: “insegna allo studente cio’ che vuoi che sappia e fallo in una situazione più simile possibile a quella in cui lui applicherà questa conoscenza”. In altre parole, se voglio che i miei studenti imparino qualcosa gliela insegno direttamente, non intraprendo percorsi tangenziali, non mi concentro su qualcos’altro aspettandomi che arrivino con le loro forze alla meta che mi sono prefisso…”
Interessante, soprattutto coerente con il mito che si possa “insegnare a pensare”. Un solo appunto: non penso che la scuola sia solo “trasmissione di informazioni”, occorre anche motivare, e qui la relazione docente/discente si fa più complessa coinvolgendo la sfera affettiva.