Infinito vizioso: o metafisicamente impossibile, o implausibile, o inspiegabile
Gli argomenti che ricorrono alla regressione infinita godono di
pessima fama ma non sono sempre fallaci, lo sono solo quando l’infinito che
utilizzano è “vizioso”, ovvero: 1) è impossibile (metafisicamente), 2) è
implausibile (empiricamente) o 3) inutile (epistemologicamente).
Facciamo un esempio: nel dibattito sull’argomento cosmologico ci si divide in due
fazioni, chi propende per l’esistenza di una causa prima e chi crede che esista
una regressione infinita di cause. In genere i primi osservano: poiché una causa
fisica si manifesta nel tempo, se esistono infinite cause noi non vedremmo mai
il fenomeno che intendiamo spiegare. E’ un po’ come dire che la regressione
infinita è metafisicamente impossibile. Ma in un universo eterno non sarebbe
così poiché lì ci sarebbe tempo a sufficienza per consentire all’infinita catena
causale di dispiegarsi.
In subordine si osserva che la causa prima è una spiegazione più
semplice - e quindi più plausibile - rispetto alla regressione infinita di cause. Si risponde di solito che
la serie infinita di cause puo’ riscontrarsi anche in un intervallo finito di
eventi, oppure che la semplicità sia un criterio quando restringe la previsione
della teoria prescelta, cosa che non si verifica con la spiegazione della causa
prima che non propone previsioni alternative rispetto alla teoria rivale. Tuttavia, quest'ultima osservazione è dubbia: per esempio, se la causa prima è di un certo
tipo potrebbe restringere la sua capacità predittiva. Per esempio, un universo multiplo, infinito, eterno, disordinato e malvagio diminuirebbe la fede del teologo
naturale. E poi, nel dubbio, e su questioni del genere i dubbi persistono, perché non mantenere fermo il criterio della
semplicità? Perché non ispirarsi alle scienze a prescindere? Avere un principio generale è più semplice che avere un principio
limitato. Se il secondo non ci dà comunque niente molliamolo!
Ma la regressione infinita delle cause puo’ essere vista anche come
una regressione infinita delle spiegazioni, in questo caso emergerebbe più chiaramente la
viziosità dell’infinito in oggetto: una spiegazione che richiede un altra
spiegazione e così via all’infinito non spiega alcunché poiché è una spiegazione
che ha gli stessi difetti della precedente e non migliora così in nulla la nostra
conoscenza. Un fondamento sembrerebbe infatti necessario per avere una
spiegazione.