sabato 29 marzo 2008

Corto circuiti: contro l' "aziendalizzazione" della scuola in nome della...responsabilità!? (5)

Mi si scusi se continuo con qualche spigolatura ma gli stimoli sono tanti.

“…Aspetti che sono tipici dell'azienda - e magari la definiscono - non è detto che bastino a definire la scuola… Per esempio un insuccesso scolastico di un alunno non implica affatto un fallimento della scuola o un errore dell'insegnante…"

E perché mai l’ insuccesso scolastico di un alunno dovrebbe, secondo un’ ottica aziendale, segnalare il fallimento della scuola?

Ammettiamo che esistano solo due Licei ("A" e "B") e una sola Università prestigiosa dove convergono gli allievi dei Licei. Ammettiamo anche che la preparazione in entrata degli allievi che cominciano il Liceo sia la medesima. Ora supponiamo che le matricole provenienti da A abbiano un profitto universitario nettamente superiore alle matricole provenienti da "B" e questo indicatore sia considerato per valutare la qualità dei due Licei. "A" potrebbe mantenere alto il suo indicatore ricorrendo a tassi di bocciature (insuccessi scolastici) più elevati rispetto a "B". E’ un’ ipotesi perfettamente plausibile.

Ecco allora che, secondo un’ ottica strettamente aziendale, in questo caso il tasso di bocciature è correlato con la qualità dei Licei (e quindi, si presume, anche con il finanziamento). L’ esatto contrario delle conclusioni che il virgolettato implica qualora si adotti una prospettiva aziendale.