giovedì 20 marzo 2008

Giustizia italiana, cosa c' è che non va (riforme) *

Un quadro della giustizia italiana alla ricerca delle radici del male.

Anche qui (disponibilità prossima) si puo' ascoltare un' analisi del bubbone.

Veniamo a conoscenza di come si spalmino silenziosi i costi di questo malfunzionamento. Perchè il mutuo da noi costa di più? Anche perchè la banca spende di più per pignorare la casa all' insolvente. Perchè le assicurazioni costano una cifra? Perchè i loro uffici legali costano una cifra.

E' nelle cancellerie che il vero disastro si realizza. Perveniamo ad una sintesi.

  1. I giudici lavorano con il freno a mano tirato. Se non smettessero alle 14.00 le Cancellerie non potrebbero mai smaltire i loro carichi di lavoro.
  2. Hai voglia a punire i recidivi. Per la giustizia molti super recidivi non sono tali. Le Cancellerie non hanno il tempo di registrarli!
  3. Calma con l' abolizione degli appelli. Prima dare un' occhiata alla percentuale delle sentenze riformate.
  4. Le colpe della giustizia molto spesso non sono altro che colpe da girare ad un legislatore ipertrofico.
  5. I tempi della giustizia sono allungati dai tempi morti.
  6. La domanda di giustizia che alluviona i nostri tribunali è eccessiva. Semplificazione e outsourcing.
  7. Troppi diritti, troppa domanda di giustizia. Troppo casino legislativo, troppo azzardo morale degli avvocati.

Da quanto detto i problemi sono soprattutto di natura organizzativa, come del resto era lecito attendersi. In questi casi l' economista forse ha qualcosa da dire. Anzi, avrà sempre le stesse cose da dire. In genere gli converrà fare uso di termini quali "responsabilizzazione". E' questa infatti una parola che, non si sa il motivo, suona tanto dolce a tutte le orecchie. Un' ottima maschera che riesce a celare il suo significato più intimo, ovvero incentivazione, ovvero privatizzazione.

Facciamo qualche piccolo esempio di soluzione pratica. Si tratta di sogni sognati tra il letto e il tavolino. Il decalogo è questo:

  1. Favorire l' accordo transazionale tra le parti. Prendere ad esempio lo spaventoso smaltimento semi instantaneo di cui ha beneficiato la giustizia tributaria con l' introduzione di varie forme di concordato.
  2. Favorire la scelta di tribunali alternativi (ADR).
  3. Correlare il compenso dei giudici alla quantità del lavoro svolto e alla qualità dello stesso.
  4. Separare la carriera di giudici e pm (c' è ancora bisogno di dirlo?)
  5. Foro libero (e concorrenza tra fori). Non dico di arrivare ad una giustizia liberale in cui 1)ciascun cittadino deve iscriversi ad un “tribunale” 2) ciascun tribunale deve accordarsi con gli altri per “regolare i conti” dei rispettivi clienti 3) si possono trasferire le pretese risarcitorie-, ma almeno ad un' approssimazione.
  6. Taglie. Si trovi un modo più civile per dirlo (delatore civico?9 ma ci siamo capiti. I processi con prove chiare dovrebbero essere più semplici e veloci.
  7. Buoni giustizia.
  8. Carriera dei magistrati da legare alla scelta del foro da parte di soggetti "fuori distretto". Oppure al ripiego su ADR dei soggetti distrettuali.
  9. Responsabilità dei giudici: incentivi monetari (Landsburg cap. 7)
  10. Respnsabilità degli avvocati: affittare le aule L;
  11. Incentivo ai PM: budget per gli anni di carcere L;
  12. Aumentare le condanne e rendere meno severe le pene L;
  13. Prove irregolarmente ottenute ed altri errori formali: miltare ma non archiviare
  14. Carceri private e depenalizzare. La seconda misura è necessaria visto il sovraconsumo del primo bene.
  15. Mettere in vendita la penalizzazione e vincolare i contributi da destinare alla giustizia.
  16. Informatizzazione delle cancellerie.
  17. Lavori forzati e sequestro: finalizzare tutto al risarcimento.
  18. Elettività della magistratura. E' un modo per dire via all' obbligatorietà dell' azione giudiziaria. Oggi la politica giudiziaria, nei fatti, la fa gente estranea ad ogni forma di consenso.
  19. Patto quota-lite: deflaziona le cause.