mercoledì 19 marzo 2008

Il seme della prosperità

Cerchiamo in due righe di riprodurre lo stato dell' arte.

AJR tentano di districare questo web rifacendosi alla storia coloniale dei paesi poveri: dove i colonizzatori si sono ambientati meglio (proxy: la mortalità dei settlers) sono sorte istituzioni di qualità superiore.

Ma c' è un problema: la variabilità dei redditi pro-capite osservata nei paesi che non hanno subito alcuna colonizzazione è pressochè la medesima.

Sachs, sia da solo che con altri, punta tutto sulla geografia.

Diamond e Clark, evoluzionisti di ferro, s' instradano su una via parallela ma simile.

Sembrano smentiti da Rodrik e altri, per loro "Instituitions rule". Anche se la geografia ha effetti indiretti: sviluppo e distanza dall' equatore sono, per esempio, in correlazione.

Engerman e Solokoloff notano come alle culture su larga scala (es. piantagioni) si abbinano carenze istituzionali. Sala-i-Martin rivela un simile deterioramento quando si è in presenza di risorse abbondanti.

Non bisogna poi dimenticare il ruolo che gioca la cultura (religione, costumi, tradizione...) di una popolazioni. Le riforme istituzionali, anche quando in teoria puntano nella giusta direzione, sono potenzialmente nocivi se non prendono in considerazione questa variabile e i feedback che procura. Il "gradualismo" istituzionale è quindi una via consapevole allo sviluppo.

Alla fine una cosa è certa: contano molto le istituzioni ma la fortuna continua a giocare un suo ruolo.

Rodrik OEMR p. 185