Sempre da leggere le osservazioni di Phastidio.
"...E veniamo al “mistero” dell’aumento della pressione fiscale e contributiva, al 43,3 per cento dal 42,1 del 2006. Mistero perché l’aumento è risultato ben superiore alla crescita del pil nominale, circostanza che ha permesso a Visco, Padoa Schioppa e Prodi di affermare che tale risultato sarebbe frutto della maggior compliance fiscale degli italiani, consapevoli della fine definitiva della stagione dei condoni e del maggior rigore dell’Agenzia delle Entrate. Una bella leggenda metropolitana. Le imposte dirette sono aumentate del 9,5 per cento soprattutto grazie al boom del gettito Ires, a sua volta frutto del recupero di redditività aziendale ma anche dell’ampliamento delle basi imponibili. Più esile l’incremento delle imposte indirette, al 2,6 per cento. Ma il vero tesoretto (rigorosamente fittizio) è quello legato alla crescita dell’8 per cento nei contributi sociali. Anche questa voce entra nel computo della pressione fiscale, ed è stata gonfiata dall’aumento dei contributi di lavoratori dipendenti e (soprattutto) dei parasubordinati, nonché del trasferimento all’Inps del tfr dei lavoratori che hanno rifiutato di aderire alla previdenza complementare nelle imprese con oltre 50 dipendenti. Una volta depurato il dato di pressione fiscale e contributiva da componenti cicliche (l’incremento di gettito Ires) e da incrementi contributivi (che sono un debito futuro, e non introiti correnti), risulta piuttosto difficile parlare di aumento “strutturale” di gettito..."
Auspicando un approfondimento sull' effetto IRES (l' allargamento della base imponibile c' è stato, ma al punto da giustificare una quota sensibile del 9%?), aggiungo che le imposte indirette dipendono anche dai prezzi dei beni che colpiscono. La benzina e i carburanti in genere, per esempio, sono tra i beni più colpiti da queste imposte e sono anche i beni più soggetti ad inflazione nell' ultimo anno.
"...E veniamo al “mistero” dell’aumento della pressione fiscale e contributiva, al 43,3 per cento dal 42,1 del 2006. Mistero perché l’aumento è risultato ben superiore alla crescita del pil nominale, circostanza che ha permesso a Visco, Padoa Schioppa e Prodi di affermare che tale risultato sarebbe frutto della maggior compliance fiscale degli italiani, consapevoli della fine definitiva della stagione dei condoni e del maggior rigore dell’Agenzia delle Entrate. Una bella leggenda metropolitana. Le imposte dirette sono aumentate del 9,5 per cento soprattutto grazie al boom del gettito Ires, a sua volta frutto del recupero di redditività aziendale ma anche dell’ampliamento delle basi imponibili. Più esile l’incremento delle imposte indirette, al 2,6 per cento. Ma il vero tesoretto (rigorosamente fittizio) è quello legato alla crescita dell’8 per cento nei contributi sociali. Anche questa voce entra nel computo della pressione fiscale, ed è stata gonfiata dall’aumento dei contributi di lavoratori dipendenti e (soprattutto) dei parasubordinati, nonché del trasferimento all’Inps del tfr dei lavoratori che hanno rifiutato di aderire alla previdenza complementare nelle imprese con oltre 50 dipendenti. Una volta depurato il dato di pressione fiscale e contributiva da componenti cicliche (l’incremento di gettito Ires) e da incrementi contributivi (che sono un debito futuro, e non introiti correnti), risulta piuttosto difficile parlare di aumento “strutturale” di gettito..."
Auspicando un approfondimento sull' effetto IRES (l' allargamento della base imponibile c' è stato, ma al punto da giustificare una quota sensibile del 9%?), aggiungo che le imposte indirette dipendono anche dai prezzi dei beni che colpiscono. La benzina e i carburanti in genere, per esempio, sono tra i beni più colpiti da queste imposte e sono anche i beni più soggetti ad inflazione nell' ultimo anno.