lunedì 10 marzo 2008

Fine dello Stato

Per dimostrare l' incompatibilità tra Federalismo e Secessione si ricorre spesso all' argomento per cui non siano mai esistite Costituzioni federali che prevedano, regolandoli, processi secessionistici.

A rigore questo non è vero. Le Costituzioni di URSS (art.77), Etopia e Birmania, prevedevano questa eventualità, per quanto fossero formulazioni astratte e di mera convenienza. La secessione dell' Irlanda nel 1921 non era prevista dalla Costituzione, ma lo stesso non puo' essere affermato tanto perentoriamente per la secessione della Slovacchia e per i referndum secessionisti del Quebec.

John Caldwell Calhoun volle basare la Secessione statunitense sulla Costituzione. Fu sconfitto nei suoi intenti grazie alla valorizzazione del concetto di Sovranità. La Sovranità Popolare è sempre unica.

Del resto fu il grande giurista tedesco Carl Schmitt ha individuare una derivazione diretta tra i concetti teologici e quelli politici relativi allo Stato: la Sovranità non puo' che essere unica e indivisibile poichè tale è la sovranità divina.

Accogliendo l' intuizione di Schmitt si sarebbe portati ad affermare, non tanto l' incompatibilità tra federalismo e secessione costituzionale, quanto quella tra secessione e statualità.

Il giorno in cui si riuscirà ad introdurre una regolazione dei processi secessionistici all' interno delle Costituzioni, potremmo dire che sarà arrivata la fine dello Stato. Da notare che la cosa prevede una relativamente semplice fattualità formale. Che l' istituzione statuale abbia un suo inizio e una sua fine è sempre stato negato da chi ricorre alla concettualistica teologica indicata da Schmitt.

Già in passato gli studiosi si divisero circa la possibiòità di prevedere clausole scissioniste nel patto costituzionale. Altusio era favorevole, Hobbes no. Locke e Grozio le ammettono in circostanze eccezionali come varianti del famoso "richiamo al cielo".
GM e AB: FS