lunedì 31 marzo 2008

Macroeconomia in una lezione

Periodo di grandi scombussolamenti del quadro macroeconomico internazionale. Meglio dare una ripassatina ai concetti di fondo per avere sempre una traccia da seguire. Purtroppo, per farlo in modo sintetico, dovrò sacrificare una montagna di premesse. Così è se vi pare.
  1. Ogni fase depressiva o di rallentamento puo' essere ricondotta a shock aggiustabili mediante deflazione. In altre parole: la deflazione riconduce l' economia ad una condizione di pieno impiego.
  2. Le tre teorie principali: Teoria Keynesiana (TK), Teoria Neoclassica (TC), Teoria Austriaca.
  3. TK e TA sono una variazione su TC. Sia TK che TA postulano dei momenti di irrazionalità dell' agente economico.
  4. TK postula che in alcune fasi l' operatore economico (specie il lavoro dipendente) si interessa unicamente al valore nominale del suo reddito, trascurando quello reale (trappola della liquidità).
  5. TK non è particolarmente interessata a come nasce la crisi. Si concentra sulla cura.
  6. L' ipotesi di TK rende impossibile un aggiustamento mediante deflazione. D' altro canto apre la via ad un aggiustamento mediante inflazione, visto che non puo' esistere l' inconveniente dell' escalation. La storia degli anni 70 ha messo a dura prova l' ipotesi: i lavoratori dipendenti, in periodo inflazionistici, si interessano eccome del loro salario reale. Altro che balle. Questo rende estremamente problematica la cura proposta.
  7. La TK conteneva un' ulteriore ipotesi molto forte: la domanda di moneta era insensibile al tasso d' interesse. Cio' consentiva ai sostenitori di TK di trascurare qualsiasi politica monetaria per spingere l' aggiustamento. I nuovi sostenitori di TK sembrano oggi rilassare di parecchio l' ipotesi di cui sopra.
  8. La cura di TK convive male con i regimi democratici poichè la necessità di coltivare clientele politiche incentiva l' abuso del deficit spending.
  9. TA postula che l' imprenditore, qualora esista una banca centrale che manovri il tasso d' interesse in modo da non mantenere la base monetaria costante (per esempio la banca centrale concentrata sull' inflazione), sbaglia sistematicamente i suoi investimenti condannandosi al fallimento. Insomma, è tradito dalla segnaletica di alcuni prezzi che non rispondono alle regole di mercato.
  10. TA ha la ricetta, sia per neutralizzare le cause del ciclo (glod standard), sia per curare al meglio il ciclo quando si innesca (lasciar lavorare i fallimenti).
  11. I rimedi di TA sono poco praticabili: comportano forti deflazioni e le moderne democrazie difficilmente potranno mai tollerare simili traumi.
  12. E' un po' difficile ipotizzare che l' imprenditore perda tutta la sua capacità predittiva nonostante sappia che la banca centrale stia manovrando i tassi nominali e la riacquisti subito dopo al punto da saper muoversi con lungimiranza in periodi deflazionistici.
  13. Anche TC non è caratterizzata da una particolare attenzione alle cause. Si concentra sui rimedi. Certo, la deflazione è il rimedio ottimo. Purtroppo i costi di coordinamento (indotti dal calo di fiducia) affinchè si realizzi spontaneamente sono insormontabili. Mentre nell' inflazione il primo che alza i prezzi ci guadagna, nella deflazione il primo che li abbassa perde. E' necessario un operatore che guidi il processo deflazionistico controllando un prezzo molto particolare: il tasso d' interesse. Morale: la crisi viene superata grazie ad una opportuna politica monetaria.
  14. Per TC la Banca Centrale serve per combattere la deflazione. Non esiste simmetria tra deflazione e inflazione. La deflazione implica costi di coordinamento che l' inflazione evita. Altre asimmetrie non sembrano convincenti.
  15. Inoltre, aggiustare immettendo moneta limita quella discresionalità distributiva tipica delle politiche fiscali.
  16. Varianti di TC tentano di dirci qualcosa sulle cause. Prescott e Kydland puntano il dito su shocks tecnologici negativi.
  17. I rimedi di TC sono ambigui: fino a che punto abbassare i tassi è un' utile guida in grado di anticipare la deflazione naturale e fino a che punto invece si eccede andando ad evitare fallimenti che sarebbero dovuti? In questo secondo caso forse si tampona la crisi presente ma si stanno mettendo i semi per quella a venire.
  18. In qualche modo TC deve considerare gli allarmi di TA. E' per questo che alla banca centrale viene consigliata l' adozione di una regola anzichè una politica arbitraria. Sì ma alcune regole sono meglio di altre. Taylor ha proposto la sua.
  19. Nella recente crisi dei subprime sembra che gli imprenditori abbiano fallito. Alcuni stipulando mutui con soggetti insolventi. Altri acquistando titoli che incorporavano quei mutui. Puo' darsi che quasti fallimenti siano dovuti anche a Greenspan, cioè ad una cura troppo generosa inoculata per tamponare la precedente bolla. Una cura troppo generosa incrementa di molto il tasso naturale dei fallimenti a venire (se i è molto basso si alzerà il tasso dei fallimenti ottimo).
  20. L' errore imprenditoriale sembra fatto dalle banche nel valutare la solvibilità del privato. Non sembra il classico errore previsto da TA, sembra piuttosto che sia stato calcolato male il tasso ottimo dei fallimenti. Siamo ad un punto in cui ce ne sono troppi.
  21. Se gli errori sono di questo tipo, allora il rimedio potrebbe essere: 1) minore generosità nel manovrare i tassi in modo da distribuire più equamente i fallimenti evitando di trascinarli alla crisi successiva concentrandoli e intrecciandoli tutti insieme; 2) più regole per una maggiore trasparenza dei bilanci. Magari mutui pazzi saranno ancora stipulati ma perlomeno sarà difficile piazzarli con la cartolarizzazione. In questo modo si limitano gli intrecci pericolosi e i fallimenti a catena, ovvero quei fenomeni per cui ci si vede costretti ad intervenire con i soldi del contribuente anche per salvare una banca d' investimento (senza depositi) minore.
  22. ...