martedì 24 aprile 2018

BOICOTTA LE GINOCCHIERE!

BOICOTTA LE GINOCCHIERE!
La nostra infanzia aveva un’unica misura di sicurezza, la mamma che gridava dalla finestra: “mi raccomando, torna a casa quando fa buio!”, oggi invece c’è il babyproofer, tipo James Hirtenstein, che in TV, a beneficio dell’infanzia abbandonata, studia palmo a palmo gli attici di Manhattan per portare alla luce le trappole orribili che nascondono questi appartamenti (anche se tutti noi sappiamo che il lato più terrificante di questi appartamenti è la rata del mutuo). Il pericolo si annida ovunque, a cominciare dalle scale (Hirtenstein “cancella” praticamente tutto), per passare alle porte (Hrtenstein blocca praticamente tutto per evitare che la mano di vostro figlio diventi come quella di un falegname novantenne), per non dire della cucina (Hitenstein: lucchetti al frigo! Assolutamente! Questa non l’ho capita bene, forse teme che il lattonzolo si faccia una birra). Ma il posto più terrorizzante è il bagno che H. bolla come e-stre-ma-men-te-pe-ri-co-lo-so (qui sembrerebbe doveroso parlare con lo staccato in stile Marines): innanzitutto lucchetti ad ogni tazza del cesso, due bimbi alla settimana ne sono vittime (che modo orribile di andarsene! anche se verificando meglio si nota come H. abbia leggermente ritoccato il dato pompandolo del 2.600%, sono 4 all’anno, non 2 alla settimana). Il babyproofer, ad ogni modo, non si muove mai leggero, è sempre carico di mercanzia bebyproof in grado di far esplodere all’inverosimile il costo di ciascuno dei vostri figli, praticamente una retta universitaria parallela (per non parlare dell’irritazione ai vostri nervi). Innanzitutto ci sono le ginocchiere per gattonare, oggi un dispositivo medico detraibile in dichiarazione: sono utili contro le abrasioni, specie nel passaggio da moquette a parquet a marmo, inoltre, nel praticare questo sport estremo, sembrano ideali nella prevenzione delle “sbandate” (è scritto sul bugiardino, devo ammettere che nella mia esperienza non ho visto molte sbandate, nemmeno in curva!). Su Amazon una mamma commenta entusiasta l’utilità dello strumento, unico inconveniente: sua figlia non ne vuole sapere di indossarle (uno a zero per la figlia, direi). Altro prodotto: elmetto primi passi. A quanto pare i traumi cranici in questa delicata fase della vita sono “in crescita”. Strano, erano già bassi e in netto calo fino a pochi anni fa, forse meglio chiedere al Dr. Sessions Cole, primario all’ospedale per bambini di St. Louis, un reparto che esamina 65.000-70.000 incidenti infantili all’anno. A stretto giro di posta il solerte luminare ci ha reso noto a titolo esemplificativo il numero di incidenti registrati nell’ultimo anno e potenzialmente compresi nella casistica che a noi interessa: zero. A quanto pare, anche se quei maledetti mocciosi barcollano non poco sembrano più stabili del previsto. D’altro canto non è detto che tutti gli anni siano così fortunati e il casco-primi-passi costa solo 40 euro, non sarà meglio azzerare il rischio visto che lo si puo’ fare? Ma l’inventario babyproof continua: ci sono i lucchetti da water, le coperture gommate per praticamente tutto, le presine agevolate da applicare sui saponi, 25 varietà diverse di specchietti da montare sull’auto per controllare che dietro sia tutto ok (e che probabilmente a furia di “occhiatine” vi faranno finire fuori strada: prima causa di morte per tutti i pupi), il tappetino misura temperature per la vasca da bagno (il polso inganna) con il display che segnala TROPPO CALDO! Copertine con il reggi-collo per non spezzarglielo quando lo tenete in braccio (forse per i genitori con un braccio amputato). Imbragature in stile marionetta per farlo camminare bello dritto… Insomma, quando entri alla Prenatal reparto sicurezza non sai mai se riempire il carrello o destinare la somma in gelati (faranno male?). Tu in cuor tuo avresti già deciso ma poi ricordi il primo comandamento dell’era in cui vivi: “non fidarti mai e poi mai di te stesso”.
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