martedì 9 gennaio 2018

La riforma dell'economista

Il mantra degli economisti sul fisco: allarga la base, abbassa la progressività.

Per la crescita il livello di tassazione non conta, conta la tassa marginale. Non serve tagliare le tasse, serve tagliarle al margine.

Quando il margine penalizza si scelgono scuole più facili, non vale la pena di guadagnare di più

tre modi per ottenere le stesse entrate: trova la differenza!: 

La linea verde è la tassa ideale: sulla natura (esistenza) e non sul lavoro. ma è infattibile. Si ripieghi almeno sul blu.

Le tasse si pagano da sé. Un caso estremo ma il meccanismo è quello: meno tasse e si lavora di più. Eppure su questo fronte la lotta con i tartassatori è insidiosa: molte scelte si fanno lentamente, c'è la questione del deficit.

Strategia alternativa: 1) allarga e schiaccia a parità di gettito. 2) abbassa quando il gettito sale (in alternativa abbassa quando la spesa scende, e se riesci a tagliarla tanto meglio).

Molte deduzioni sono per i ricchi: che hanno le lobby per ottenerle.

Tre tagli di tasse. Solo quello viola serve (non disincentiva il lavoro.

An honest economist must admit that for economic growth, taxes do not matter. Marginal tax rates matter.  If there were a way to "tax the rich" without raising the disincentive to all the socially useful activities that becoming rich...


La riforma delle riforme.
Passare da 1 a 2.
Si noti: a parità di gettito fiscale e di ore lavorate.
Zero rischi sul deficit di bilancio. Zero rischi per il debito pubblico. Nessun caso delle imposte che ripaga se stesso. Nessuna curva di Laffer.
Rispettato il dogma degli economisti: "allarga la base diminuisce l'inclinazione".
Ogni aumento eventuale del gettito ( praticamente certo) dovrà tradursi per legge in una diminuzione delle aliquote fiscali.
Attuazione: eliminare il quadro E nel 730 e il quadro P nell'unico persone fisiche.