lunedì 29 gennaio 2018

Liberi di educare

Toglieteci tutto ma non la libertà di educare.

Al tempo del mercato l'istruzione prevale sull'educazione. L'educazione non è misurabile e ha a che fare con il mistero.

Educare è educare alla cultura. Non educare ad un linguaggio spendibile per l'affermazione di se stessi. All'educatore si richiede il coraggio di recuperare il senso profondo della nostra cultura.

È davvero un caso che in inglese non c'è la parola per tradurre saggezza?

La critica per giussani. L'arte di decostruire gli artefatti che ci impediscono di giungere alla verità.

Povertà di spirito in senso educativo. Liberarsi dagli orpelli, dai preconcetti. Ascoltare con mente libera.

Purezza di cuore. Tendere sempre alla ricerca di ciò che è essenziale.

Affinati.

Conosci la famiglia e capisci tante cose

Il peggiore dei miei studenti compie comunque un passo avanti rispetto alla sua famiglia

Scuola Agli immigrati. 1 a 1. Scuola senza voti, senza registri, senza classi, senza burocrazia. Scuola come se fosse il pane.

La speranza sono i liceali che vengono a fare tirocinio insegnando agli immigrati. Tra due sedicenni completamente diversi si instaura una relazione comune fondata sulle categorie universali dell'umanità.

Educare significa accettare la sconfitta. Accettare che chiedo chi ti porti da un'altra parte. Accettare l'imprevisto. Educare significa ferirsi.

Il giorno Glorioso dell'educatore e quando il ragazzo ti abbandona. Quando diventa autonomo. Solo parole di Don Lorenzo milani.

L'educatore deve essere credibile punto per essere credibile deve incarnare il limite. Ovvero proporre una scelta. Non lasciare il ragazzo da solo di fronte ad una scelta ma incarnare lui stesso. I falsi maestri del Novecento ci hanno insegnato la libertà come ebbrezza, come andare oltre il limite. In realtà la libertà sta nell'accettare il limite. Questo è l'elemento che oggi manca negli adulti, Siamo di fronte ad adulti fragili. Che non possono costituirsi come esempio. Che non possono incarnare una risposta ma solo porre una domanda e abbandonare.

Giussani in proposito parla di indeterminatezza. Il non aver scelto, il non andare verso la strada.

L'educatore deve avere una esperienza di vita da consegnare al ragazzo, non un contenuto da trasmettere ma un'esperienza da comunicare