domenica 10 febbraio 2019

CULTURA SUSSIDIATA

CULTURA SUSSIDIATA

Leggevo che da noi il cinema si becca dalla politica un sussidio di circa 200 milioni di euro. Sono soldi che per lo più vanno a produttori, registi e attori. In Francia e GB è anche superiore, d'accordo.

Ma da noi l’industria del settore è molto più piccola, di conseguenza in Italia, per ogni euro di investimento in produzioni cinematografiche, oltre 50 centesimi vengono dallo stato; in Francia e Gran Bretagna, circa 30 centesimi.

Si tratta di un contributo straordinario, siamo quasi al livello di ippica e lirica. Probabilmente è il cinema più sussidiato al mondo.

Io sinceramente non capisco bene il motivo di questa condizione, il mondo del cinema in fondo sposta pochi voti. Forse perché i cinematografari sono tutti concentrati a roma. Forse al ministro di turno piace solcare il red carpet sapendo di essere il dominus, oppure sogna di essere il fulcro di una grande riscossa culturale del paese. Forse il cinema deve la sua fortuna alla loquacità di chi lo incarna, i monumenti italiani, noti in tutto il mondo e che si stanno sbriciolando, invece non parlano. Un'ipotesi più plausibile è che la gente, politici compresi, non ha tempo di occuparsi della faccenda e i beneficiati cavalcano questa inerzia guardandosi bene dal sollevare la questione. Io stesso me ne occupo qui ma sento di aver speso già troppe energie, mi sono già stufato dell'argomento e non vedo l'ora di passare ad altro.

Comunque sia non è vero che con la cultura sussidiata non si mangia, si mangia eccome, in genere mangiano i ricchi facendosi fare la spesa dai poveri (IRAP e IVA sono le fonti di finanziamento del cinema), con lo stato nei panni che più gli si attagliano, quelli del Robin Hood alla rovescia.