PARADISO SOCIALISTA?
Molti dipingono la scandinavia con un esempio di socialismo riuscito, la mia impressione è che laggiù viga un capitalismo ancor più rigido rispetto a quello anglosassone. In Svezia, tanto per dire, i prezzi sono determinati praticamente ovunque dalla domanda e dall'offerta, non sono controllati da politiche socialiste come, per esempio, in Venezuela. Creare un business non è difficile, anche la tassazione è modesta, la Danimarca è nota per il licenziamento ad nutum. La ricchezza ereditata non fa status sociale, la capacità innovativa invece parecchio. Le partecipazioni statali non esistono e quando la Saab Motors andò in bancarotta il governo svedese replicò ai vertici dell’impresa che si recarono in processione col cappello in mano: “fallite pure, non ci interessa”. Quando Volvo recentemente è diventata cinese, il governo non ha battuto ciglio dicendo: “e allora?”. Ripensate solo a quando i tedeschi volevano comprare Alitalia? Le banche fallite negli anni novanta vennero nazionalizzate, ma per essere privatizzate il lunedì successivo. Privatizzazione è sinonimo di soluzione dei problemi, appena si puo’ si privatizza, il profitto non è visto come il male: record di ospedali e scuole “profit”, e così anche nella quota di rete stradale gestita da privati…
Io lo chiamerei “capitalismo luterano”: alte tasse sui consumi, rete sociale estesa e libero mercato appena si puo’.
http://conversableeconomist.blogspot.com/2019/02/interview-with-deidre-mccloskey-on.html