Il rigore di Turone
Ecco le tre regole d’oro per la “moviola in campo” (o VAR). Obbiettivo: 1) migliorare la regolarità della gare e 2) evitare paradossi.
1) No-fischio, no-VAR.
2) Ricorso alla VAR solo con il “challange” (sono le squadre a chiederla in modo contingentato).
3) Penalizzazione degli arbitri corretti dalla VAR
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La prima regola serve a non vanificare il gioco sviluppato regolarmente dalle squadre.
La seconda regola serve ad eliminare i dubbi sugli episodi dubbi da selezionare per la VAR.
La terza regola serve a disincentivare il “fischio precauzionale”.
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Per non pregiudicare il duplice obbiettivo, il “rigore di Turone” resterebbe non assegnato, mi rendo conto. Pace: con la VAR si vuole solo “migliorare”, in questi casi la trappola più insidiosa è quella del “perfettismo”.
Le tre regole cardine andrebbero raffinate da corollari, mi rendo conto. Esempio, la penalizzazione di chi ricorre invano al “challange”; Oppure, la previsione di un compenso (esempio sostituzioni in più) a chi ottiene “ragione” senza benefici concreti (esempio: fuorigioco verificati dalla VAR come inesistenti).
Qualcuno afferma poi che il conflitto d’interesse tra arbitro in campo e arbitro VAR porterebbe a poche correzioni. Separazione delle carriere? Non penso sia necessaria vista anche la trasparenza di uno strumento comunque accessibile a tutti la domenica sera.