Saggezza della superstizione (1): l’ordalia.
Da Voltaire in poi è invalsa la cattiva abitudine di credere nella “stupidità umana”. Si tratta di una pratica malsana che induce allucinazioni.
La giustizia medievale, per esempio, che ci sembra oggi decisamente “stupida” quando è in realtà una perla rara di saggezza.
Penso all’ordalia.
Re Salomone, ovvero il saggio per antonomasia, è l’ispiratore nonché nume tutelare di tutta la giustizia medievale.
Tutti conoscono l’episodio biblico in cui è chiamato a giudicare su un caso delicato che non presenta alcun indizio si cava d’impaccio in modo egregio facendo emergere la verità attraverso una “menzogna”. Spero che il link non serva.
Nelle stesse condizioni sono i giudici medievali, che hanno finito per adottare su larga scala il brillante quanto razionale metodo-Salomone.
Quando l’evidenza manca si può fabbricare sul momento. Ma soprattutto dove non arriva il giudizio umano arriverà ilgiudizio divino.
Nell’ordalia l’imputato doveva immergere una parte del suo corpo nell’acqua bollente: qualora si fosse scottato cio’ costituiva segno di colpevolezza. In altri casi era tenuto a trasportare metalli incandescenti: qualora avesse riportato ustioni sarebbe stato condannato.
Non era facile però accedere all’ordalia. Innanzitutto era riservato ai crimini seri e comunque prima di ricorrervi occorreva istruire una causa elaborata e lunga. Condizione imprescindibile era l’assenza di ogni indizio.
L’alternativa all’ ordalìa era la tortura ma si trattava di uno strumento ambiguo: per evitare indicibili sofferenze anche l’innocente avrebbe potuto confessare. Qualcosa di intollerabile per un epoca in cui il sentimento garantista era più forte che oggi.
Consultando i registri dell’epoca ci accorgiamo di come leassoluzioni in seguito a ordalia fossero nettamente preponderanti.
Facciamoci caso: Il credente colpevole confessa sempre prima dell’ordalia, in questo modo evita la sofferenza che implicita in questa procedura.
Il credente innocente anela all’ordalia e si batte nel corso della lunga causa per approdare a questo esito.
Poiché gli imputati erano quasi tutti credenti era facile distinguere i colpevoli dagli innocenti.
Il rinvio a Salomone adesso è più chiaro: anche nel suo caso c’è una donna che mostrando una certa reazione a dichiarazioni che crede vere fornisce la prova di essere la vera mamma.
L’ordalia compie il suo “miracolo razionale” quando lasuperstizione è diffusa.
Ma a questo punto dobbiamo parlare del ruolo dei sacerdoti, ovvero di quelle persone a cui è demandata l’attuazione della procedura. Sono loro che devono aggiustarla in modo da far trionfare la giustizia.
Scorrendo il protocollo delle ordalie medievali scopriamo che le occasioni non mancano: ai cerimonieri viene lasciato un notevole arbitrio. Il sacerdote resta a lungo da solo con l’imputato nella chiesa e anche in un secondo tempo gli osservatori vengono tenuti comunque a distanza. Il rito dell’acqua benedetta è un’altra occasione in cui il sacerdote può rinfrescare le membra di chi si appresta all’immersione. La stessa preparazione della pentola è presieduta dai sacerdoti, ai quali viene demandato anche il giudizio finale circa le condizioni dell’imputato.
Sto forse insinuando che i sacerdoti “barassero”? No, non necessariamente.
Il sacerdote si sente comunque uno “strumento divino”, una persona deputata ad interpretare il volere divino, la voce di Dio sulla terra; ed è con questa concezione che la maggior parte dei sacerdoti affrontava la missione di giustizia.
Problema: ma un’ ordalìa che assolve tutti non desta sospetti?
Il problema veniva affrontato condannando gli scettici(ebrei, mussulmani, eretici…): 1) lo scettico razionale si sottopone ad ordalia e 2) lo scettico rappresenta comunque un pericolo sociale a prescindere dalla sua colpevolezza specifica.
Si noti che, vista l’istruzione complessa e approfondita della causa, per i sacerdoti era abbastanza agevole valutare il grado di scetticismo dell’imputato.
Sei la percentuale ideale di condanne non poteva essere raggiunta con gli scettici veniva condannato qualche innocente. Da che mondo e mondo ogni società ben ordinata si regge comunque su capri espiatori.
Dal punto di vista funzionale la cosa non creava particolari problemi. L’innocente avrebbe senz’altro detto di essere stato condannato ingiustamente ma era la stessa cosa che dichiarava qualsiasi colpevole.
C’erano casi ben più spinosi. Per esempio, ammettiamo che l’ordalia condanni Tizio per l’omicidio di una persona scomparsa. Dopodiché, il morto riappare. Che figura di merda! E pubblica, per di più.
Il problema veniva affrontato limitando la procedura dell’ordalia a casi ben precisi nei quali inconvenienti del genere risultassero altamente improbabili.
Ricordiamoci comunque sempre che il fondamento dell’ordalia era la fede superstiziosa e che in questi casi, nella gente, il bias della conferma tende a conservare la credenze anche in presenza di fatti che depongono contro.
La logica dell’ordalia è collegata a doppio filo alla superstizione: senza superstizione tutto cade. Nel momento in cui la chiesa comincia a smarcarsi tutto crolla.
Ciò avviene nel XII secolo quando parecchi teologi denunciano la mancanza di un adeguato sostegno scritturale.
Ma soprattutto constatano che l’ordalia implica un miracolo cotinuo, il che non si coniuga con il principio della parsimonia miracolistica.
E’ la fine.
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Ma se l’ ordalia e il principio salomonico erano tanto efficienti, perché non vengono utilizzati anche oggi?
Dove ci sono le condizioni l’ordalia viene ancora utilizzata, per esempio in Liberia e in Sierra Leone. Provate a googlare la parola sassiword per approfondire. Si tratta di trafficare con i veleni, anche in quel caso la percentuale di assoluzioni è assurdamente elevata.
Ma il metodo salomonico fa capolino anche nelle nostre società, penso alla “macchina della verità” il cui uso fa leva su un “mito della scienza” oggi molto diffuso.
In parecchi tribunali, poi, si continua a giurare sulla bibbia o su altri testi sacri, il che puo’ essere visto come un residuo di quei meccanismi che l’ordalia sfruttava appieno.