Manifesto per un “paese dinamico”: tassare le cose, non le persone
Ci guadagnerebbe la nostra privacy: gli immobili sono facili da individuare. Niente più indagini, niente più controlli sui conti correnti, niente più limiti all’uso del contante, niente più giustificazioni da dare con inversione della prova. Ma soprattutto niente più controllori: il personale dell’agenzia entrate diminuirebbe di 2/3.
D’altronde, la rendita parassitaria da immobili si insinua ovunque: lo sapevate che un bar in centro guadagna quanto uno in periferia sebbene riceva il quintuplo degli ordini? La differenza, infatti, viene accaparrata dalla rendita, ovvero dall’affitto delle mura. Non si tratta quasi mai di “redditi meritori”; sarebbe decisamente meglio se il sistema premiasse altre ricchezze, come quella immateriale che deriva dalle idee.
Come valutare il valore degli immobili per individuare la base imponibile?
Basterebbe trasformare la tassa sugli immobili in una “Harbenger tax”: il proprietario autovaluta la sua proprietà e contemporaneamente la mette in vendita a quel valore.
Basta con quella ridicola finzione del catasto. A proposito: anche qui 2/3 del personale a trovarsi un vero lavoro.
Gli immobili sarebbero sempre permanentemente in vendita. Tutti gli immobili, non solo i privati.
Una soluzione talmente geniale che oltre al problema fiscale ne risolve un altro ben più importante: come allocare efficacemente gli spazi fisici.
Per farvi un’idea di cosa c’è in gioco immaginatevi solo di possedere un terreno molto esteso e di volercostruire una città: come procedete razionalmente per massimizzare il valore della vostra proprietà?
Con un’asta combinatoria. Ovvero, si propongono per esempio 10 ipotesi di città diverse divise in 100 lotti ciascuna, dopodiché si fa un’asta in cui le immobiliari fanno le loro offerta su ciascun lotto. In base all’esito si costruisce la città con il più alto valore.
Questo metodo è “efficiente”: ognuno finisce per possedere lo spazio a cui dà più valore.
Purtroppo, oggi le cose non stanno in questi termini: quando per esempio si progetta lacostruzione di un centro commerciale c’è sempre il proprietario di un pollaio che vende la sua striscia di terra a valori iperbolici speculando sul fatto che da lui dipende la realizzazione dell’intero piano. Per la serie: “la rendita parassitaria si insinua ovunque”. È chiaro che un’ Harbenger tax” risolverebbe brillantemente il caso consegnando gli spazi a chi sa valorizzarli al meglio.
Il pacchetto “Harberger tax+aste combinatorie” opportunamente raffinato sarebbe una svolta che sostituirebbe con soluzioni di mercato molta “democrazia inefficiente”.
Potrebbe sostituire per esempio i piani regolatori,oggi fonte di corruzione, bustarelle e inefficienze.
Ma sarebbe una soluzione anche all’annoso problema degli espropri: pensate alla costruzione di una strada o di un condotto fognario.
Accelererebbe la riqualificazione di aree dismesse: un problema centrale nelle nostre città.
Favorirebbe l’affitto sulla proprietà: che per le famiglie significa ricchezza più diversificata e maggiore flessibilità sul lavoro. Secondo voi l’affitto è più diffuso in Germania o in Italia?
In poche parole: renderebbe più dinamiche le nostre città e il nostro paese.
Ci guadagnerebbe la nostra privacy: gli immobili sono facili da individuare. Niente più indagini, niente più controlli sui conti correnti, niente più limiti all’uso del contante, niente più giustificazioni da dare con inversione della prova. Ma soprattutto niente più controllori: il personale dell’agenzia entrate diminuirebbe di 2/3.
D’altronde, la rendita parassitaria da immobili si insinua ovunque: lo sapevate che un bar in centro guadagna quanto uno in periferia sebbene riceva il quintuplo degli ordini? La differenza, infatti, viene accaparrata dalla rendita, ovvero dall’affitto delle mura. Non si tratta quasi mai di “redditi meritori”; sarebbe decisamente meglio se il sistema premiasse altre ricchezze, come quella immateriale che deriva dalle idee.
Come valutare il valore degli immobili per individuare la base imponibile?
Basterebbe trasformare la tassa sugli immobili in una “Harbenger tax”: il proprietario autovaluta la sua proprietà e contemporaneamente la mette in vendita a quel valore.
Basta con quella ridicola finzione del catasto. A proposito: anche qui 2/3 del personale a trovarsi un vero lavoro.
Gli immobili sarebbero sempre permanentemente in vendita. Tutti gli immobili, non solo i privati.
Una soluzione talmente geniale che oltre al problema fiscale ne risolve un altro ben più importante: come allocare efficacemente gli spazi fisici.
Per farvi un’idea di cosa c’è in gioco immaginatevi solo di possedere un terreno molto esteso e di volercostruire una città: come procedete razionalmente per massimizzare il valore della vostra proprietà?
Con un’asta combinatoria. Ovvero, si propongono per esempio 10 ipotesi di città diverse divise in 100 lotti ciascuna, dopodiché si fa un’asta in cui le immobiliari fanno le loro offerta su ciascun lotto. In base all’esito si costruisce la città con il più alto valore.
Questo metodo è “efficiente”: ognuno finisce per possedere lo spazio a cui dà più valore.
Purtroppo, oggi le cose non stanno in questi termini: quando per esempio si progetta lacostruzione di un centro commerciale c’è sempre il proprietario di un pollaio che vende la sua striscia di terra a valori iperbolici speculando sul fatto che da lui dipende la realizzazione dell’intero piano. Per la serie: “la rendita parassitaria si insinua ovunque”. È chiaro che un’ Harbenger tax” risolverebbe brillantemente il caso consegnando gli spazi a chi sa valorizzarli al meglio.
Il pacchetto “Harberger tax+aste combinatorie” opportunamente raffinato sarebbe una svolta che sostituirebbe con soluzioni di mercato molta “democrazia inefficiente”.
Potrebbe sostituire per esempio i piani regolatori,oggi fonte di corruzione, bustarelle e inefficienze.
Ma sarebbe una soluzione anche all’annoso problema degli espropri: pensate alla costruzione di una strada o di un condotto fognario.
Accelererebbe la riqualificazione di aree dismesse: un problema centrale nelle nostre città.
Favorirebbe l’affitto sulla proprietà: che per le famiglie significa ricchezza più diversificata e maggiore flessibilità sul lavoro. Secondo voi l’affitto è più diffuso in Germania o in Italia?
In poche parole: renderebbe più dinamiche le nostre città e il nostro paese.