UN GESU’ ALTALENANTE
Non è che il Gesù di Giorgio Jossa abbia le idee
chiarissime.
Comincia come collaboratore di Giovanni
Battista condividendone le posizioni apocalittiche.
Poi si mette in proprio dando vita a un ministero autonomo molto diverso dal precedente, centrato
piuttosto sull’annuncio della venuta imminente del regno
(terreno) di Dio. Nel frattempo comincia a guarire le persone.
Il successo riscosso lo portò a pensare che
la venuta del regno era realmente vicina e che la sua azione ne costituiva
l’inizio. Prese posizioni molto radicali nei confronti della
legge mosaica, da lì cominciò la sua sfortuna.
A Gerusalemme gli eventi precipitano poiché
farisei e sommi sacerdoti si coalizzano contro di lui che comprese
come l’avvento del regno di Dio non era poi così vicino (Dio voleva che
prima morisse).
Rincula quindi sulla predicazione del Battista
enfatizzando l’apocalissi e la necessità di convertirsi.
Nell’ultima cena tenuta con i discepoli la vigilia della
pasqua riafferma di nuovo la sua fede nell’avvento del regno (celeste,
questa volta) chiedendo a tutti di interpretare la sua morte come una nuova
alleanza con Dio.
Nel processo dinanzi al sinedrio
parla della sua venuta gloriosa come Figlio dell’uomo.
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