LA LEGGE DEL PIU’ FORTE
C’è chi la evoca come il ba-bau, rovesciando le pupille e con voce strascicata. Ma voi non lasciatevi impressionare. Per mantenere i nervi saldi pensate alla common law, un presidio di civiltà emerso “naturalmente”. Ma anche il linguaggio è un frutto tutt'altro che disprezzabile della "legge del più forte".
Una volta che siete riusciti a non scomporvi, passate al contrattacco: non esiste fonte del diritto migliore!
Le leggi di natura ingannano il profano, è difficile giudicarne gli effetti finali a prima vista. Per esempio, è nella nostra natura fare più figli possibili che facciano più nipoti possibili, ma questo non significa che tutte le donne partoriscano come minimo quindici bambini. O no?
La legge del più forte, nell’uomo, è la legge dei più deboli coalizzati contro il più forte, che regolarmente soccombe.
Questo non significa che ogni volta si debba partire dalla giungla, nelle nostre società tanto sensibili si possono anche organizzare tornei ad imitazione delle sfide della giungla. Sentire cosa dice quel “richiamo” è una bussola fondamentale per orientarsi. Si chiama “competizione”, ma io preferisco chiamarla “sperimentazione”. Non conta tanto chi vince ma quel che veniamo a sapere nel corso della lotta. Quando si dice "mettiamo delle regole", la cosa è anche accettabile, purché sia ben chiaro che non servono ad evitare il Far West ma ad imitarlo: ne abbiamo un tremendo bisogno. Sempre tenendo presente che se c’è carenza di organizzatori affidabili, la giungla resta un’opzione.