IL RISENTIMENTO DELL’ORFANO
Penso alla solitudine del’anti-fascista senza fascismo, a quella del missionario senza povertà, allo struggimento dell’interista senza Juventus… Voi ridete ma è un dramma. Ti senti spaesato, goffo e stupido come quando al buio in fondo alla scala aspetti un ultimo gradino che non c’è. Vuoi compensare in qualche modo, incanalare subito altrove le tue energie positive in esubero. Non offri un bello spettacolo.
Quando ridicolizzo chi utilizza sette pattumiere per riciclare i rifiuti o mangia bio per combattere il riscaldamento globale, c’è sempre chi – sapendo che non sono un negazionista - avanza un’obiezione (solo apparentemente) sensata: “ma che male ti fa, anche lui nel suo piccolo dà un contributo alla soluzione del problema, lascialo in pace e lascialo vivere come crede”. No, le cose non stanno in questi termini. Un “gretino” impegnato in micro-condotte eco-friendly assomiglia molto di più all’adepto di una setta che a chi “dà il suo piccolo contributo”. In quanto tale, come tutti i temperamenti religiosi, nel momento in cui intravede che la sua divinità cessa di essere utile, potrebbe entrare in crisi esistenziale e diventare cattivo. Il nemico che viene a mancare lo rende nervoso.
Un dato che mi conferma nella mia ipotesi: chi è più impegnato ad orientare la sua esistenza contro l’effetto serra è anche il più ostile ad adottare misure serie (carbon tax, nucleare, geoengineering) per risolvere il problema ambientale.
E chi riferisce a chi vede nell'utopia verde l'ultima trincea contro mercato e diseguaglianze che la lotta per un ambiente più pulito richiede più mercato e più diseguaglianze?
https://www.nature.com/articles/s41558-019-0474-0?fbclid=IwAR3e80e_yA_9rPcN70SfhETeQvYqBqX_QHDYMQuy1hmrgTHA7JgwHwpKYUU