MALEDETTI FRANCESI: LO SCIAMANO.
Mamma mia, qua dentro c’è di tutto, anche un gergo matematico tratto da teorie che secondo me all’autore non interessa nemmeno capire, li chiama "matemi", in analogia con i fonemi e i morfemi in cui i linguisti dividono le parti funzionali del linguaggio. Almeno nell’inventare parole è un Maestro autentico, su questo non ci piove, il linguaggio sta al centro del suo approccio, secondo lui l’inconscio stesso è strutturato come un linguaggio, qualsiasi cosa voglia dire questa frase che ripeto a pappagallo dall’intro. Le sue teorie sono un pasticcio su base hegeliana (autore già parecchio pasticciato di suo). Io l’ho avvicinato per curiosità, ormai ero vaccinato contro il morbo della filosofia francese post-moderna e sapevo di non doverci perdere tempo; tuttavia, l'influenza dei suoi seminari - 34 volumi dei quali sono stati trascritti e anche tradotti - è uno dei misteri più profondi della vita intellettuale moderna, il confuso rigurgito di pseudo-teorie che secondo me neanche il suo autore saprebbe ripetere allo stesso modo due volte, resta senza paralleli nella saggistica moderna. Probabilmente è proprio dalla sua proverbiale oscurità che traeva quell’ indubitabile carisma da sciamano che ha steso molte persone desiderose di diventare intelligenti.
Tra questi c’è il nostro Massimo Recalcati. Al che uno si chiede: ma come si puo’ filtrare l’incomprensibile ed ottenere il banale? Come come si puo? Il banale e l’incomprensibile sono cugini primi!