giovedì 15 marzo 2018

La parabola di Marienthal

La parabola di Marienthal

A Marienthal si scatenò un’ossessiva “caccia al lavoratore” capeggiata dalle squadracce del commissario governativo Kurz. Le vedevi spuntare dappertutto, nei locali pubblici, nelle case private, persino nei luoghi d’ intrattenimento. Erano sempre indaffarate, motivate ed eccitate come segugi che hanno fiutato la pista.
Il tempo libero è una gran bella cosa ma alla fine anche il tempo libero ti esaurisce, cosicché, a loro rischio e pericolo, alcuni temerari tentavano la rischiosa avventura del lavoro. Ma il commissario Kurz non dava loro tregua, ne sa qualcosa il povero Willehm colto in flagrante a tagliar legna nei boschi. Subito si giustifico goffamente adducendo che l’inverno era alle porte (vero) e che si limitava a fare scorte per sé, ma l’astuto Kurz ebbe l’accortezza di misurare, in presenza dell’imputato, i volumi dei camini presenti nella sua dimora dimostrando “oltre ogni ragionevole dubbio” che un quantitativo di ciocchi pari a quello sequestrato non poteva trovare lì la sua esclusiva destinazione: Willehm stava evidentemente lavorando! Seguì condanna insindacabile.
Quella volpe di Kurz smantellò anche una pericolosa organizzazione di lavoratori dedita al trasporto del latte, aveva notato fin da subito un sospetto via vai dalle stalle al borgo. I lavoratori trasportavano nottetempo il latte per i contadini trattenendo come compenso in natura un secchio ogni dieci che arrivava a destinazione. La “gang del latte”, come fu ribattezzata dai giornali finì sotto processo (il giudice era lo stesso Kurz) e pagò care le conseguenze di questo gesto.
Ma forse la sorte più singolare toccò al povero Hans. Il malcapitato, ben noto da sempre in paese, fu colto da Kurz a suonare l’armonica per strada. Il commissario, astuto come una volpe, non passò subito alle vie di fatto ma si limitò dapprima a spiarlo finché non raccolse sulla sua preda prove schiaccianti: non poche persone si fermavano ad ascoltare la melodia prima di lasciar scivolare distrattamente nel suo cappello un nichelino: ora era chiaro, Hans lavorava a tutti gli effetti! Non che guadagnasse gran che ma lavorava! E quindi doveva pagare dazio…
Il fatto che a Marienthal non si lavorasse più ormai da un anno era reso ben visibile anche da piccoli segni: gli uomini camminavano più lentamente, sostavano molto più a lungo senza una ragione, talvolta sembrava di essere in un villaggio africano più che in Carinzia! Le mogli – ancora indaffarate per via dei lavori di casa – chiamavano per il pranzo ma i mariti si presentavano in ritardo. Sembra strano ma meno cose hai da fare più ritardi accumuli :-). Non solo, meno cose hai da fare e più ti senti stanco! Ed era così anche a Marienthal: la gente aveva preso a camminare strascicando i piedi, tutti lamentavano una stanchezza spossante. Anche il continuo lamento aveva in sé qualcosa di sfibrante.
La nostra biologia ci chiede sempre di progredire ma la cosa risulta piuttosto problematica per il non-lavoratore, sempre impegnato a ciondolare ritrovandosi sempre al punto di partenza. Un neuroscienziato che avesse scannerizzato quei cervelli avrebbe riscontrato una rallentatissima attività delle cellule grigie, premessa ideale  alla depressione e ad altre malattie mentali.
Purtroppo le malattie mentali si trasformano spesso in malattie sociali. La tristezza del non-lavoratore è ben nota, meno noto il fatto che spessoa si traduce in vizio, o ancora più spesso in rabbia, in ricerca di un nemico, in bisogno di odiare. Insomma, ormai si sarà capito, quell’anno a Marienthal i nazisti fecero il pieno di voti!
P.S. Marienthal non è un luogo inventato, era, negli anni trenta, un prospero paesino austriaco con diversi punti d’incontro, una biblioteca, associazioni culturali e un fervente dibattito politico. Almeno lo era finché ospitava un fabbricone tessile che dava lavoro a metà dei suoi cittadini. Poi la fabbrica fallì lasciando a casa i lavoratori. “Fortunatamente” (a questo punto le virgolette sono d’obbligo) lo stato provvide ad erogare una generosa indennità di disoccupazione, rendendo però quanto mai appetibile l’avventura nel “sommerso”. Anche per questo fu necessario inviare Kurz. Poi, dopo Kurz, arrivò Hitler.
P.S.S. Se ti interessa questa parabola probabilmente ti interesserà anche quella sull’indennità disoccupazione nella banlieu parigina. Prossimamente.   
american gothic