lunedì 26 marzo 2018

7 - Il web e l'applicazione dei contratti mediante la reputazione SAGGIO/SUNTO

Denunciare qualcuno è fastidioso, ma sul web puo’ essere anche peggio. magari nemmeno sai bene chi ti ha fatto lo sgarbo. E poi, quale giurisdizione adire?

Alternativa al tribunale: la reputazione. Su internet l’azione in tribunale è più costosa ma i meccanismi reputazionali funzionano meglio.

Non avere nessuno che vuole fare affari con te puo’ essere una pena ancor più dura che subire una sanzione.

Cosa vende eBay? Non vende merci, vende servizi. Servizi di garanzia. Fornisce reputazione. Aggirare i suoi algoritmi falsificando le recensioni è possibile ma costoso. Il concorrente puo’ fingersi cliente ma funziona solo dove gli operatori sono pochi.
L’effetto reputazionale è un effetto collaterale: all’acquirente interessa altro. Non ha ragioni immediate per punire o premiare il venditore. Ma sul web anche la piccola info che rilascia circa la sua soddisfazione è catturata a basso costo da tutti e valorizzata.

Ma l’info è autentica? Il dubbio puo’ rendere le cose peggiori rispetto ala disinfo. Come ovviare: con l’arbitrato. Nei settori con pochi operatori e poche transazioni ad alto valore già esiste. L’arbitro emette una sentenza che, anche senza essere esecutiva, ha effetti reputazionali. Ma il cliente pulviscolari non sa a chi rivolgersi? E qui la rete, con i suoi CT bassi, fa la differenza.

Io e te stipuliamo un contratto indicando un arbitro e tutti e tre firmiamo rendendo nota la chiave pubblica. Poi io non assolvo e rigetto la sentenza dell’arbitro: tutto puo’ diventare pubblico a costo zero: la mia inadempienza, il mio rifiuto ma soprattutto la mia prima accettazione dell’arbitrato. I costi di transazione di tutto questo sono vicini allo zero.
Arbitri anziché giurisdizioni. Io, per esempio, giro sul web con nel mio browser i nomi degli arbitri che accetto.

La legge diventa una legge privata, come al tempo della Lex Mercatoria. Anche l’anonimia puo’ essere garantita.

Nel mondo reale la mia identità è legata a una faccia, sul web a una doppia chiave. Ogni chiave ha una reputazione, chi falla puo’ ricominciare cosicché chi non falla ma inizia è equiparato a chi ha fallato. Come rimediare? Anche nel mondo fisico esiste il problema del reputazione iniziale. Lo si affronta ostentando i propri investimenti: la banca ha sede in un palazzo pieno di marmi (messaggio: non scappo, ho investito tanto, sono affidabile). Sul web faccio altrettanto: investo in pubblicità, in cause filantropiche (segnalo con qs investimenti a lungo termine che sono qui per rimanerci). In alternativa posso dare una cauzione a un arbitro famoso, per esempio eBay.

E in caso di furto della firma? Blocco tutto, come con le carte di credito.


Conclusione: ci attendiamo uno spostamento dai tribunali agli arbitrati, dalle pene sanzionatorie alle pene reputazionali.