venerdì 24 giugno 2011

Comunisti naturali (follow up del precedente)

Diana, Vlad, vi assilla il punto 2? ma allora Cimatti vi darà delle soddisfazioni: per lui la natura umana è infinitamente flessibile. Dietro tanta biologia, in questi scritti cova in realtà la classica posizione culturalista.

Un uomo puo’ diventare donna e viceversa, un bambino e un adulto possono scambiarsi i ruoli. Tutto si puo’ fare, basta che la comunità lo voglia.

Una flessibilità del genere serve a concludere che persino il comunismo è possibile.

Tutto cio’ ci riporta all’ ultimo capitolo. L’ ho ultimato da poco ed è inutile faccia un altro post, riporto qui qualche considerazione.

Ripeto solo un concetto importante, non bisogna impressionarsi quando Cimatti parla di “biologia” (o natura). E’ un semplice rinvio al concetto di “necessità”.

Ai tempi di Marx andava di moda la Storia e si parlava di necessità storica. Oggi va di moda la scienza e si parla di necessità biologica.

Non farlo ti emarginerebbe ancora di più dalla comunità dei filosofi, e questo è un libro che già emargina parecchio il suo autore.

Veniamo al capitolo finale del libro.

***1

Si comincia dicendo che il comunismo è un’ utopia, anzi, è l’ utopia per eccellenza. Ma poiché la natura umana è infinitamente flessibile e sempre proiettata verso il possibile, cio’ fa del comunismo lo sbocco naturale dell’ agire umano.

Il comunismo è sempre oltre rispetto a cio’ che si realizza, è dunque sempre nella categoria del possibile. D’ altro canto non è mai impossibile visto che la natura umana puo’ sempre modificarsi coevolvendo con l’ ambiente che trasforma.

Capito? Ebbene, io non sono un pragmatista, ma qui rimpiango un po’ del sano pragmatismo di diana.

***2

Si lavora per consumare (1) o si consuma per lavorare (2)?

Cimatti, da buon marxista, prende (2): il lavoro è l’ essenza dell’ uomo (attenzione, lui non direbbe mai essenza).

Altra domanda: che bisogno soddisfa l’ “oggetto lavorato”?

Noi pensiamo subito al consumatore. Ma questo solo perché il capitale parla attraverso i nostri corpi! In realtà il lavoratore va messo davanti a tutto.

L’ oggetto lavorato soddisfa i bisogni… del lavoratore!

Tutto questo ci sembra il mondo gambe all’ aria. Sono idee strane e, semmai, molto remote; ma pensiamo solo all’ incipit della nostra Costituzione e all’ area culturale da cui proveniva chi l’ ha redatto! 

Poiché l’ alienazione si realizza quando s’ invertono i mezzi con i fini, e considerata la catena causale ipotizzata dal marxismo, si capisce meglio perché Cimatti reputi il capitalismo un sistema alienante: lì ci sono dei lavoratori che producono per soddisfare le esigenze dei consumatori, tutto il contrario di quanto afferma l’ ideologia!

***3

Come si giunge a stimare il valore oggettivo di un bene?

Cimatti rispolvera la vetusta teoria del valore-lavoro (v/l): un bene vale per il lavoro che incorpora.

Questa teoria ha un inconveniente: ammettiamo che io dopo lunghi studi, intraprenda lo scavo in giardino un buco profondissimo che successivamente, come progettato, mi affretterò a ricoprire.

Conseguenze: io affaticato ma creativamente soddisfatto; mia mamma incazzata come una iena.

Secondo la teoria v/l, il sudore speso sulle carte e quello versato al badile danno alla mia opera un enorme valore oggettivo che qualcuno dovrà pur ricompensare.

Insomma, la teoria v/l non sembra in grado di distinguere tra gioco e lavoro.

Lo dico rispettosamente, ma a me questo sembra un inconveniente non da poco. E a voi?

In realtà, siccome i marxisti vivono sulla terra, la distinzione la fanno e al lavoro/giocoso contrappongono il cosiddetto lavoro salariato, che considerano alla stregua del diavolo in terra.

[… nella storia del pensiero la teoria v/l fu spazzata via dal cosiddetto marginalismo… tornare a parlarne è un po’ come vedere girare nel traffico la vecchia cinquecento…]

***4

Conclusioni: 1. l’ uomo è sempre proiettato verso il possibile e verso la creatività, 2. il fine della vita umana sta nel lavoro; 3. il comunismo valorizza al meglio il lavoro creativo (gioco) poiché, grazie a v/l, non lo vincola alle esigenze altrui; 4. inoltre, per quanto improbabile, il comunismo non è impossibile data la natura infinitamente flessibile dell’ uomo. Quindi: 5. il comunismo realizza al meglio la natura dell’ uomo.

Con uno sforzo non da poco posso comprare 1. Non chiedetemi di più.

Il resto non me lo faccio rifilare neanche in stagione di saldi ideologici.

lo so, magari Cimatti ha ragione, attraverso il mio corpo parla il Capitale.

Ma al momento il suo esorcismo non ha dato i frutti sperati. O forse sono un caso disperato di malafede.