Anche in politica molti ritengono che la “comunicazione” conti.
Dato questo per assodato, come reagisce l’ intellettuale?
Ce ne sono di due tipi.
1. C’ è chi si adopera perché conti meno.
2. C’ è chi si adopera perché conti in favore della propria parte.
Per i primi sarebbe meglio valorizzare la “ragione”. La centralità della comunicazione dovrebbe essere rimpiazzata dalla centralità degli interessi: quando sono in ballo i nostri interessi le “trappole comunicative” s’ inceppano. Parola d’ ordine: più scommesse, meno retorica.
Per i secondi la cornice coincide con il quadro e l’ abbellimento con l’ abito. In poche parole: la “comunicazione è già sostanza”.
Voi con chi state?