sabato 4 giugno 2011

Classifiche riviste e corrette a tavolino

Per molti, almeno in via teorica, vige una sacra alleanza tra merito e mercato, per altri il divorzio è inevitabile.

In realtà i secondi confondono il concetto di “merito” con quello di “giustizia”.

Errore imperdonabile in un mondo dove l’ esistenza di molte risorse non è associabile ad alcun merito.

Se in una lotteria metto in palio un milione di euro, so già che finiranno nelle tasche di chi non vanta alcun merito nella produzione di quella ricchezza.

Detto questo, chi si occupa di merito è autorizzato a disinteressarsi della faccenda, una tasca vale l’ altra.

Ma chi dorme solo se “giustizia è fatta”, potrebbe pensare che sia auspicabile una distribuzione a pioggia del montepremi, in modo da neutralizzare i capricci della fortuna.

Negli affari umani, neutralizzare l’ influsso della fortuna è esercizio complicato, oserei dire temerario.

Faccio un esempio anche se mi sembra quasi inutile.

Alla fine della stagione calcistica il vincitore del campionato di calcio raccoglierà il frutto sia dei meriti che della fortuna. Per quanto le speculazioni si sprecheranno, non esiste bilancia in grado di discernere con esattezza le due componenti. Se esistesse, isoleremmo i meriti per riassegnare i titoli.

Circa quest’ opera di discernimento, esiste in proposito una legge ben precisa: chi vi si astiene non intaccherà mai i meriti in campo. In caso contrario i rischi di distorcerli irrompono.

Chi si limita al merito, così come chi identifica la giustizia con il merito, ha una scelta obbligata: non ostacolare mai la fortuna.

Il CONI e la Lega Calcio non sono istituzioni che ispirano grande fiducia, ma perlomeno una lezione elementare di buon senso l’ hanno appresa: non ritoccare mai la classifica finale in base a speculazioni elucubrate a tavolino.

E’ una lezione che la politica stenta ad apprendere, forse perché i politici ricavano la loro commissione d’ agenzia proprio sul “ritocco” di cui sopra.

Link che a me sono stati utili: unodue - tre