sabato 11 giugno 2011

La verità nella carta bollata e la verità negli occhi

Ci sono molti che considerano la scienza moderna un monolite, a costoro la mitica “comunità scientifica” appare alla stregua di un tribunale chiamato ad emettere sentenze.

Un simile approccio lega inestricabilmente “scienza” e “certezza” facendo della prima la “religione del nostro tempo” (la vecchia viene mandata in pensione).

Si compone una graduatoria ordinando le ipotesi in funzione della loro “certezza”. In cima svetta la teoria “ provata scientificamente”.

Questo modo di procedere risponde ad un bisogno: l’ uomo è da sempre a caccia di rassicurazioni e oggi le rinviene nei solidi contenuti della produzione scientifica.

Altri, pensando alla scienza, preferiscono enfatizzare i processi rispetto ai contenuti. Costoro sponsorizzano una “scienza-meraviglia” da contrapporre alla “scienza-certezza”.

Per loro lo scienziato è un “curioso”, non un “sacerdote”. Il suo marchio di fabbrica lo rintraccerete negli occhi con cui guarda al mondo, non nella sicumera con cui prova un teorema.

curiosità

Il curioso, va da sé, apprezza la “diversità” ed evita di delegittimarla con graduatorie o condanne inappellabili. Sa che anche nelle istanze quantomeno dubbie c’ è sempre qualcosa che vale la pena “rubare”.

Avete presente lo scommettitore? Per lui l’ esistenza di posizioni minoritarie è da benedire per almeno due motivi: 1. gli alti rischi hanno un loro fascino e 2. che senso avrebbe scommettere (occupazione tanto amata) se un cavallo attirasse su di sé tutte le puntate. 

Ecco. lo “scienziato curioso” ha un istinto simile.

Secondo William Byers la prima posizione è, tanto per cominciare, pericolosa.

Pensate solo al mondo contemporaneo e alle crisi profonde che vive: terrorismo, economia, ambiente. La loro presenza e la loro entità ci colpisce nell’ intimo, sembriamo più vulnerabili dei nostri avi che tiravano avanti indifferenti in ambienti altrettanto se non ancora più ostili.

Ma colpiscono e sconvolgono soprattutto chi pensava che padroneggiando una solida scienza avremmo agevolmente scampato pericoli di questa portata.

Ma, per William Byers, la falsa credenza della “scienza-certezza” non è solo pericolosa, è anche tipica di chi, non frequentando la scienza, non percepisce il volume impressionante d’ incertezze che sprigiona il suo dispiegarsi.

E qui si scatena nel merito.

Veramente singolare questa marcia verso la verità a suon d’ incertezze. Un’ incertezza che fa strabuzzare gli occhi: a chi dallo spavento, a chi dall’ entusiasmo.

L’ autore mi convince su cio’ di cui sono già convinto, per esempio quando dipinge la scienza come un forum caratterizzato dall’ inclusione piuttosto che dalla proscrizione. Un po’ meno quando traccia una così netta cesura tra “certezza” e “meraviglia”.

William Byers – The blind spot – Princeton press