Quando usi la parola privatizzazione, la gente si fa dura d’ orecchi. Smette di ascoltare; e se proprio non puo’ esimersi, fioccano i pregiudizi.
Perché allora non fare leva sull’ ipocrisia e sostituirla con una parolina più friendly, per esempio responsabilizzazione?
Il pregiudizio frettoloso arriva al punto che se spingi per privatizzare la scuola italiana ti danno come minimo del clericale. Vieni trattato come un crociata: vuoi fare un favore ai preti!
Lo so bene perché, vivendo vicino a dei ciellini, sento la crescente ostilità verso chiunque osi intraprendere iniziative privatistiche nel campo dell’ istruzione. E’ dura lavorare stando sempre in trincea. E’ una Sarajevo, i cecchini sono appostati dietro ogni montagnola e si sta come d’ autunno sugli alberi le foglie.
Ora, che sia malafede o ignoranza, decidete voi. Io, visto che non si puo’ ragionare, mi limito a presentare un frutto della privatizzazione scolastica (svedese):
… Director Lotta Rajalin notes that Egalia places a special emphasis on fostering an environment tolerant of gay, lesbian, bisexual and transgender people. From a bookcase, she pulls out a story about two male giraffes who are sad to be childless — until they come across an abandoned crocodile egg… The school does everything possible to obliterate traditional gender roles, including a refusal to use the words “him” and “her”…
that there’s a long waiting list for admission to Egalia, and that only one couple has pulled a child out of the school.
Jukka Korpi, 44, says he and his wife chose Egalia “to give our children all the possibilities based on who they are and not on their gender…To even things out, many preschools have hired “gender pedagogues” to help staff identify language and behavior that risk reinforcing stereotypes.
Piace? Non piace?
Lasciamo perdere il merito, c’ è qualcosa di più importante.
Se conosco i miei polli, infatti, chi simpatizza con lo strano frutto, non simpatizza affatto con la pianta che l’ ha prodotto.
Piccola contraddizione, ma illuminante.