Un semi-decalogo riservato ai cattolici liberali.
Faccio i cinque casi a cui, penso, possano essere ricondotte tutte le frizioni tra politica e religione. Chiedo scusa se li "etichetto" privilegiando il riferimento all'attualità a discapito del rigore terminologico.
- Otto per mille. Opponiti ad ogni finanziamento statale alla Chiesa Cattolica: mina l’indipendenza di chi riceve e rende più arrogante chi “graziosamente” concede dall'alto. Chiedi invece – sempre – una liberazione del cittadino dalle tasse.
- Omofobia. Battiti affinché ogni cittadino possa esporre il suo pensiero in modo libero, anche quando discrimina apertamente. In questo modo la Chiesa Cattolica sarà al riparo dalla sempre incombente censura neo-puritana del politically correct.
- Obiezione di coscienza. Punto chiave: difendi sempre-sempre-sempre la possibilità di praticarla quando si realizza attraverso l’astensione da un comportamento non in linea con la propria fede. Soprattutto se parliamo di pubblici ufficiali.
- Crocifisso in classe. Astieniti da ogni dibattito in merito: non esistono soluzioni chiare; limitati a perorare la privatizzazione di ogni struttura nei cui locali si pone il problema.
- Concordato. Rifiuta ogni trattamento di legge che riservi privilegi alla Chiesa Cattolica, le verrà sempre rinfacciato costringendola a vivere sotto schiaffo, una condizione che favorisce la mentalità dello “schiavo preferito”.
Approfondimenti in “Liberal Politics and Public Faith: Beyond Separation” di Kevin Vallier