Certo che le ormai stagionate provocazioni di The Bell Curve continuano ad irradiare conseguenze a decenni di distanza.
I provvidenziali provocatori ci fanno notare come l' IQ misurato a 15 anni è l' arma migliore che abbiamo nelle mani per predire il successo materiale socio-economico di una persona nel corso della sua vita.
Quello che accadrà dopo non è statisticamente molto rilevante. Su quello che è accaduto prima ne sappiamo ben poco.
Murray è percepito come un cattivone, molti sospettano che voglia andare a parare sulla genetica.
Poichè Murray è un libertario il passaggio che pregusta forse è questo: quanto più la genetica "conta", tanto più inutili sono le politiche di "pari opportunità".
Molti "glielo hanno fatto dire", ma in realtà nel libro ci sono solo dei puntini di sospensione.
Per intanto sappiamo quanto poco servano politiche di pari opportunità implementate tardivamente. E su questo anche i liberal cominciano a convenire.
La premessa rilevante è che, persino in italia, la sinistra sembra oggi disposta ad accettare una nozione di eguaglianza incentrata sulla parità di partenza anzichè sulla parificazione a posteriori. Deve quindi ora fare i conti con Murray, non puo' più eluderlo.
La posizione di James Heckman sembra la più cristallina in merito: parificare l' ambiente partendo dalla scuola dell' obbligo puo' essere tardi. Figuriamoci dopo: le politiche di pari opportunità incentrate sull' adulto sono una perdita secca, così come quelle implementate nei college e nei licei.
Il momento in cui si decidono gran parte delle sorti è la prima infanzia e la risorsa scarsa è la qualità delle relazioni familiari. Lì bisogna investire per una vera politica contro le diseguaglianze.
I gap cognitivi ed emotivi che si registrano a 18 anni, compaiono già a cinque.
Devo dire che anche le conclusioni di JH lasciano un pochino con il brivido. Anche se l' autore mette le mani avanti dicendo che tutto deve svolgersi rispettando la "family sanctity", l' incentvo al "sequestro" dell' infanzia e all' allevamento in batterie permane.
Sarà questo il vicolo cieco delle "pari opportunità"? Anche senza arrivare alla genetica il malefico Murray avrebbe colpito.
P.S. del resto le interazioni ambiente/geni sembrano esistere e magari i "pari opportunisti" vedrebbero con favore lo sviluppo di un gene che immunizza dall' ambiente (fantascienza? No). Magari da regolare in modo che si ampli l' influenza dell' ambiente e si possa tornare spensierati a politiche sui trantenni riferendole alle "pari opportunità".
I provvidenziali provocatori ci fanno notare come l' IQ misurato a 15 anni è l' arma migliore che abbiamo nelle mani per predire il successo materiale socio-economico di una persona nel corso della sua vita.
Quello che accadrà dopo non è statisticamente molto rilevante. Su quello che è accaduto prima ne sappiamo ben poco.
Murray è percepito come un cattivone, molti sospettano che voglia andare a parare sulla genetica.
Poichè Murray è un libertario il passaggio che pregusta forse è questo: quanto più la genetica "conta", tanto più inutili sono le politiche di "pari opportunità".
Molti "glielo hanno fatto dire", ma in realtà nel libro ci sono solo dei puntini di sospensione.
Per intanto sappiamo quanto poco servano politiche di pari opportunità implementate tardivamente. E su questo anche i liberal cominciano a convenire.
La premessa rilevante è che, persino in italia, la sinistra sembra oggi disposta ad accettare una nozione di eguaglianza incentrata sulla parità di partenza anzichè sulla parificazione a posteriori. Deve quindi ora fare i conti con Murray, non puo' più eluderlo.
La posizione di James Heckman sembra la più cristallina in merito: parificare l' ambiente partendo dalla scuola dell' obbligo puo' essere tardi. Figuriamoci dopo: le politiche di pari opportunità incentrate sull' adulto sono una perdita secca, così come quelle implementate nei college e nei licei.
Il momento in cui si decidono gran parte delle sorti è la prima infanzia e la risorsa scarsa è la qualità delle relazioni familiari. Lì bisogna investire per una vera politica contro le diseguaglianze.
I gap cognitivi ed emotivi che si registrano a 18 anni, compaiono già a cinque.
Devo dire che anche le conclusioni di JH lasciano un pochino con il brivido. Anche se l' autore mette le mani avanti dicendo che tutto deve svolgersi rispettando la "family sanctity", l' incentvo al "sequestro" dell' infanzia e all' allevamento in batterie permane.
Sarà questo il vicolo cieco delle "pari opportunità"? Anche senza arrivare alla genetica il malefico Murray avrebbe colpito.
P.S. del resto le interazioni ambiente/geni sembrano esistere e magari i "pari opportunisti" vedrebbero con favore lo sviluppo di un gene che immunizza dall' ambiente (fantascienza? No). Magari da regolare in modo che si ampli l' influenza dell' ambiente e si possa tornare spensierati a politiche sui trantenni riferendole alle "pari opportunità".