mercoledì 25 giugno 2008

L' importanza delle regole. Italia in cattedra, USA al banco

Molti, guardando scoraggiati il capitalismo italiano e alle regole che lo disciplinano, indicano sospirando l' inesorabile puntualità con cui colpisce il controllore americano.

Le retate di manager, poi, mandano in sollucchero l' animo giustizialista di chi vede nella mannaia la soluzione definitiva.

Quando poi si spiano i pensieri provenienti da oltre oceano (perchè le beghe le hanno anche loro e non poche), di cosa ci accorgiamo? Qual è la soluzione invocata nel paese che ha già risolto tutto?

"Il modello italiano". Un modello di governance della finanza basato sui principi anzichè sulle regole.

Lacci e lacciuoli? Sì, in america però. Lì la proliferazione delle regole è responsabile dell' impennata di formalità e frodi.

Del resto le dritte del grande truffatore finanziario John Law parlano chiaro: per fare veri colpacci occorre un sistema pieno di regole.

E' ovvio, passi inosservato, tutti sono impegnati a compilare il loro modulino. Passi inosservato specialmente se tu sei il campione dei "modulini".

Il John Law dei nostri giorni avrebbe vita facile negli USA ma non in Italia. Qui vigono i "principi", non le regole, qui s' inquadra una sostanze è c' è un monarca (l' authority) che di volta in volta dà specificazione alla sostanza. Qui non ci freghi con i modulini.

E' il mondo alla rovescia quello presentato dal New Yorker. Nella governance finanziaria italiana la normativa si produce con le consuetudini specificate dall' authority sempre attenta ai fatti e refrattaria all' illusionismo formalistico su cui John Law e molti suoi simili puntavano tutto.

Anche così si spiega la tenuta eccellente delle dighe che hanno preservato il Bel Paese dall' inondazione dei Sub-prime

D' accordo, la finanza è affare internazionale e non c' è diga che tenga. Ma per intanto gonfiamo il petto e gustiamoci il brivido di salire in cattedra.

E' il mondo alla rovescia, il mondo anglosassone viene a lezione di common law nel bacino mediterraneo!

Nelle parole di Surowieki:

"... bank regulators in Italy, following a principles-based strategy, succeeded in keeping big Italian banks from heavily investing in subprime derivatives, even though such investments wouldn’t have broken any laws..."

Capire la differenza tra "regole" e "principi" è facile. Basta pensare al calcio e al football americano.

"... It’s something like the difference between football and soccer. Football, like most American sports, is heavily rule-bound. There’s an elaborate rulebook that sharply limits what players can and can’t do (down to where they have to stand on the field), and its dictates are followed with great care. Soccer is a more principles-based game. There are fewer rules, and the referee is given far more authority than officials in most American sports to interpret them and to shape game play and outcomes. For instance, a soccer referee keeps the game time, and at game’s end has the discretion to add as many or as few minutes of extra time as he deems necessary. There’s also less obsession with precision—players making a free kick or throw-in don’t have to pinpoint exactly where it should be taken from. As long as it’s in the general vicinity of the right spot, it’s O.K...."

"... It can make life easier for honest corporations, since they have to spend less time complying with overly complex rules, and also thwart dishonest ones, since regulators can spend more time looking at the substance, rather than the minutiae, of corporate bad behavior. It has been argued that Enron might have found it harder to get away with its shenanigans under a principles-based system, since many of the company’s gambits, while following U.S. accounting rules, nonetheless violated fundamentals of financial reporting..."