sabato 7 dicembre 2019

LA CADUTA DEGLI DEI


LA CADUTA DEGLI DEI
Quando ero giovane avevo i miei eroi un po' in tutti i campi: Buffalo Bill, Sandokan, Frank Zappa, Captain Beefheart, Jad Fair, John Zorn, Fred Frith, Anthony Braxton, Derek Bailey, Lol Coxhill, Richard Wagner, Ludwig van Beethoven, Johannes Sebastian Bach, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, Maurizio Pollini, Emile Gileels, Vincent van Gogh, Jean Dubuffet, Jean-Michel Basquiat, Franco Causio, Michel Platini, Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi, Giorgio Manganelli, Giovanni Testori, Céline, Witold Gombrowicz, Elias Canetti, Alexis de Tocqueville, David Hume, Theodor Adorno, Milton Friedman, Friedrich August von Hayek, Bruno Leoni, Murray Newton Rothbard e molti altri.
Veneravo questa gente in solitudine.
Con la rete è cambiato molto. Più imparavo, meno i miei eroi mi facevano impressione. A questo punto della mia vita posso ben dire che nessuno di loro mi mette soggezione. Certo, sonno tutti dotati di un talento superiore, si tratta di personalità dalle intuizioni forti, avranno fatto anche molte osservazioni interessanti, nessuno lo nega. Ma una volta messa da parte l'aura, ognuno è, a modo suo, un po' deludente.
Come mai? Alcuni sono comicamente dogmatici e ripetitivi. Altri comunicano utilizzando tempi enormemente dilatati lasciandoti una spiacevole sensazione di spreco. Altri commettono forzature oggi molto più evidenti di ieri. Alcuni amano l'iperbole oltre il limite sopportabile dal buon gusto. Altri mascherano banalità in pomposa retorica accademica. Alcuni stiracchiano poche idee per decine di anni. Altri erano fantastici per il loro tempo ma oggi dicono poco. Altri ancora sono stati un po' sopravvalutati sin dall'inizio. Alcuni semplicemente vivevano prima di scoperte che hanno reso obsoleto il loro lavoro...
Sarò drastico: per quanto il legame affettivo resti, ho l'impressione che nessuno dei miei idoli di un tempo meriti oggi la mia venerazione.
Inoltre, la venerazione stessa è un bastone tra le ruote per chi viaggia alla ricerca della verità. Una volta idolatrato un pensatore o un artista, è difficile valutare con calma e ponderazione la sua opera. Ogni statua che ci costruiamo finisce per schiacciarci. Immagina se inserissi qua e là alcuni passaggi un po' banali nelle opere dei miei eroi di un tempo. Da "veneratore" sarei fortemente tentato di interpretare quelle interpolazioni come l'ennesima espressione di genio del mio idolo.
Forse sono stato troppo duro. Chiudo allora con un omaggio: è probabilmente grazie al fatto di aver incontrato loro - e non altri - se ancora oggi ascolto musica con passione, vado alle mostre d'arte con curiosità, seguo il calcio trepidando e leggo con interesse narrativa, poesia e saggistica. Grazie, ma, cari idoli, non chiedetemi più la prostrazione.