DIFENDERE L’INDIFENDIBILE
Mentre la difesa del populismo è impresa disperata, quella del nazionalismo appare più promettente. Il nazionalista vuole essenzialmente che la sua nazione detti legge in “casa propria” ed è poco interessato a cio’ che accade oltre i suoi confini. I suoi nemici sono l’ “individualista” (che crede nell’esistenza di diritti naturali del singolo) e l’internazionalista (che crede di dover esportare altrove il diritto vigente nella sua nazione ideale).
Il nazionalismo è bellicoso? Da un lato sì perché quando sei tanto geloso dei tuoi confini rischi sempre di trasformare una scaramuccia in una guerra con i vicini; dall’altro no proprio perché, contrariamente all’internazionalista, non intende mai “esportare” alcunché. Il suo motto in politica estera è “vivi e lascia vivere”.
In Nazismo fu nazionalista in senso deleterio? Chi pensa che fu trascinato contro voglia in una guerra mondiale dopo un’azione goffamente arrogante per ripristinare i suoi confini originari puo’ ancora pensarlo. Ma chi invece crede che quella tragica guerra avesse motivazioni espansionistiche di fatto rinuncia all’etichetta del “nazionalismo”, che per sua natura non puo’ mai nutrire simili mire.
Secondo Hazony l’occidente è arrivato a dominare il mondo rimpiazzando la logica imperialista (o internazionalista) con quella nazionalista, per questo motivo storico essenziale è necessario oggi rendere omaggio a una formula troppo bistrattata, per molti addirittura “indifendibile”.