L'AUTORITARISMO E' ALLE PORTE?
Probabilmente no ma ci sono un paio di notizie di cui è bene prendere nota.
La buona notizia: i popoli che oggi si ritrovano sotto regimi oppressivi sono governati molto meglio dei popoli che ieri erano nella medesima condizione politica.
La cattiva notizia: grazie alla soddisfazione dei popoli che governano i tiranni non vengono più rovesciati in favore della democrazia.
Negli anni settanta l’ URSS era un paese squallido in cui passavi la giornata in coda davanti ai negozi, un paese da cui la gente scappava come i topi da una nave che affonda. Oggi un autocrate come Putin censura internet e ammazza i giornalisti scomodi ma i negozi sono comunque pieni di merci di tutti i tipi e nessuno si sogna più di “scappare”, tanto è vero che non occorre alzare alcun muro per trattenere i sudditi. La Cina degli anni settanta era una caserma da cui nulla trapelava se non il colore delle divise e qualche dogma ottuso, oggi il partito continua a detenere un potere assoluto, tuttavia il paese ha conosciuto una crescita economica spaventosa e si è aperto al mondo. Anche l’Etiopia, tanto per dire, ieri famosa per le immagini raccapriccianti dell’inedia infantile, oggi, pur restando un paese autocratico, esce comunque da diversi anni di crescita in doppia cifra. Ma il prototipo di cio’ di cui parlo è Singapore, forse lo stato meglio governato al mondo grazie ad un autocrate che “ha capito”: la prosperità dei sudditi ti consegna il potere a vita, a loro interessa fondamentalmente vivere bene, non votare o “esprimersi” con standard occidentali.
Ma perché la qualità dei governi autoritari migliora e quella dei governi democratici peggiora?
In parte cio' è dovuto a quella tecnologia oggi disponibile che aiuta chi guida un paese a dosare con cura l’oppressione senza andare oltre un certo limite, un’operazione ieri impossibile. Un paio di esempi per capirci: il web russo (o cinese) opportunamente limitato consente al contempo di dare più libertà alla popolazione ma anche di tenere meglio sotto controllo le vere minacce al regime. I sondaggi di opinione iniziati in Cina negli anni novanta sono oggi a cadenza settimanale: il partito decide sempre tutto in assoluta autonomia ma difficilmente non tiene conto dei bisogni e dello scontento diffuso.
Negli anni settanta/ottanta si teorizzava che introducendo alcune forme di libertà nei regimi autoritari sarebbe partito poi un domino in grado di travolgerli, come caso di scuola si portava il Cile, la libertà economica introdotta dai “Chicago Boys” con Pinochet era poi sfociata in una democrazia a tutto tondo. Oggi, grazie alle nuove tecnologie, non è più così. Il tiranno puo’ controllare tutto dalla sua stanza dosando e mascherando meglio la repressione in modo tale da restare pur sempre in sintonia con l’opinione pubblica: il tiranno puo’ anche imporre dall’alto senza alcuna resistenza quelle riforme economiche razionali che arricchiranno il suo paese attutendo così la contestazione. Insomma, non esiste più alcun domino, purtroppo. A cio’ si aggiunga che mentre la qualità dei governi autoritari migliora quella dei governi democratici stagna quando va bene.