PREDICHE INUTILI
Nel film di Frank Capra del 1953 “La vita è una cosa meravigliosa” George Bailey è un banchiere attento ai bisogni della comunità, conosce personalmente i suoi concittadini uno per uno e quando puo’ dà una mano a tutti. Quando sarà sull’orlo del fallimento sarà la comunità a dare una mano a lui. Bailey è un tipico esponente dell’ “economia morale”, il suo rivale è l’avido e amorale Mr. Potter, un tipico esponente dell’economia di mercato. Ma la società morale non sempre è dipinta in modo tanto rassicurante, pensiamo a opere letterarie come “La lettera scarlatta”, o “Nostra sorella Carrie”, oppure ancora il più recente “Racconto dell’ancella” di Margaret Atwood. Il punto di forza delle economie morali è di tenere sotto controllo le esternalità: essere gentili (creando così benessere diffuso), abbellire la propria casa (abbellendo così anche il quartiere) sono comportamenti ricompensati in termini di status. E il mercato come risponde? La sua arma segreta sono le economie di scala. Man mano che il mercato si allarga coinvolge sempre più persone anonime migliorando la sua offerta. Tuttavia, se un prodotto è consumato da migliaia di persone sarà sempre più difficile coordinarsi per un boicottaggio etico, l’economia di mercato scaccia l’economia morale. In un’economia di mercato chi non riesce a sintonizzarsi sui bisogni di culture diverse e chi non apprezza cio’ che hanno da offrire cultura diverse finisce ai margini. Forse anche per questo il tradizionalista rischia di odiare lo straniero e il diverso più in generale, è il segno della sua sconfitta: chi rimpiange l’ “economia morale” come potrà mai apprezzare le prediche con cui l’ “economista di mercato” esalta i benefici dell’immigrazione? Persino se riconosce la bontà degli argomenti non cambierà atteggiamento.