INDIGNATI DALL’INDIGNAZIONE
Gli indignati ci sembrano sempre dei tipi sospetti per il loro doppio standard: oggi si lamentano bei bimbi che Trump separa dai genitori immigrati illegalmente dimenticandosi che Canada e Australia hanno fatto altrettanto. Oppure se la prendono con gli effetti del patriarcato sulle donne dimenticando il tributo maschile a questa cultura. Oppure vanno in fissa con le armi chimiche dimenticando tutte le altre, spesso anche peggiori. Oppure montano una campagna sulle molestie sessuali trascurando le innumerevoli molestie di altro tipo che i capi infliggono quotidianamente ai loro dipendenti. E via dicendo.
A loro difesa vedo due argomenti pragmatici:
1. ARGOMENTO DELLA CONTAMINAZIONE: quando t'imbatti in un’ingiustizia “alla moda” conviene unirsi al coro perché così facendo, oltre a dare il tuo contributo nel merito, dai il tuo contributo alla diffusione contagiosa di un meme benefico.
2. ARGOMENTO DELL’APPLICAZIONE: una fiammata di indignazione/persecuzione concentrata su alcune ingiustizie consente di ottimizzare l'impiego delle risorse destinate all'applicazione della giustizia. Mi spiego meglio con un esempio: se il capo della polizia annuncia in modo credibile tolleranza zero sulle bische clandestine e poi impiega tutte le sue forze nella caccia agli spacciatori agisce in modo razionale ottenendo il massimo di deterrenza. La strategia annuncio+azione è più efficace di una semplice azione, in questo senso la voce dell'indignato - se unita a quella di molti altri - costituisce una sorta di "annuncio" che puo' essere sfruttata dai "giustizieri".