lunedì 20 novembre 2017

Mica stupido il ragazzo

Mica stupido il ragazzo

Totò gestisce una bisca in periferia. Lo fa con competenza e sensibilità, non è uno stupido.
Gli affari vanno bene, ci si incontra almeno due notti a settimana e il denaro scorre a fiumi.
Totò sa il fatto suo e i giocatori si fidano di lui.
Recentemente alla sala principale si è affiancata una sala secondaria dove è possibile scommetterein modo clandestino. Vista la fauna che frequenta il locale è facile prevedere che sarà allettata da questa nuova opportunità.
Anche in questo caso Totò non è stato affatto stupido, l’ ha pensata bene, altroché: alla gente che gioca piace anche scommettere, impacchettare i due prodotti è una genialata.
Per Totò i rischi sono tanti ma ne vale la pena, sta mettendo via un bel po’ di soldi e riesce pure ariciclarli facendo affidamento su banchieri compiacenti del Nord con cui è venuto in contatto grazie ad un tizio di Milano che frequenta la sua bisca.
L’ illegalità è un mondo irto di mille pericoli ma ora che Totò ha imparato a muoversi su quel terreno capisce che ci sono anche mille opportunità da sfruttare, specie se sei un tipo sveglio. E Totò non è affatto stupido.
Da qualche tempo alcuni dicono che nella sua salacircolano donnine che allietano le serate dei vincitori e consolano quelle degli sconfitti.
E’ proprio così, Totò, che non è stupido, ha fiutato l’ affare contattando Pippo che gli ha fornito la “materia prima”. Chi ama giocare, ama anche scommettere e andare a donne: quel che cerca è la gratificazione immediata. Totò lo sa e offre tutto in un’ unico pacchetto.
E da dove spunta Pippo? Bè, è un ceffo loschissimo, e nell’ ambiente ci si conosce un po’ tutti, specie se non si è dei fessi.
Pippo è un tipo poco raccomandabile ma gli affari sono affari e questi sono affari veramente notevoli. In più Pippo è una via per arrivare a killeraffidabili e Totò ha sempre intorno scocciatori che di cui è bene liberarsi prima che possano fare veramente danno. Bisogna farlo presto e con discrezione.
Ora poi il buon Pippo ha avanzato anche proposte per una nuova joint venture, si parla di droghe, roba che rende, non bruscolini. I due vogliono allargarsi, mica sono degli stupidi.
E’ un campo minato, il rischio è alto. Ma Totò è già dentro fino al collo, quel rischio non lo spaventa come spaventerebbe un principiante, lui ne gestisce già parecchio e questo è solo una giunta che, anzi, contribuirebbe a diversificare il rischio complessivo. Razionale il nostro Totò, nevvero?
E poi ormai Totò è uno del ramo: la sua consumata esperienza nel mondo dell’illegalità gli consente di ridurre considerevolmente un rischio di per sé notevole.
Ma le assicurazioni non bastano mai e la migliore assicurazione in questi casi consiste nelcorrompere un politico di alto rango. Con la corruzione ti assicuri su tutto.
Totò già “stipendiava” la polizia di quartiere, ora, per essere lasciato in pace, guarda in alto, allapolitica, e comincia a reinvestire lì una parte dei profitti. Ne vale la pena e Totò, non essendo stupido, lo sa.
Le nuove conoscenze gli consentono di manovrare anche gli appalti, ne girano parecchi in una Regione come quella in cui vive ed opera Totò, una Regione alluvionata da sempre con l’ elemosina di altre Regioni. Nessuno si sorprenderà se dirò che Totò, da un giorno all’ altro, diventa uno specialista nell’accaparrarsi questi soldi facili.
Il lavoro non manca di certo ma le scartoffie lo opprimono e le tasse limitano la rendita. La soluzione è subito pronta: un bell’ unguento ad Agenzia Entrate e Ispettorato del Lavoro e il gioco è fatto. Totò non è scemo, per altre ragioni possiede tonnellate di quel miracoloso unguento e nessuno come lui sa somministrarlo. Lo fa da sempre e le economie di scala per certe cose pesano.
Ora finalmente si puo’ lavorare in nero cosicché i ricavi lievitano. Al resto ci pensa la concorrenza sleale di cui Totò puo’ godere. Mica stupido il ragazzo.
Totò è ricco e felice, oltretutto non manca l’ opportunità di arrotondare.
Le banche abbandonano proprio le imprese più bisognose, che vigliacche (pensa Totò)!
Nessuna paura! C’ è Totòi, lui presta… con tassi a doppia cifra (mica è stupido)… con un ufficio recupero crediti particolarmente “efficace”. Ma presta, non abbandona.
Ma come puo’ una persona ricca e felice vivere in un quartiere tanto malfamato e infestato dalla microcriminalità?
Ci pensa Totò: con una minuscola tassa che preleva dai commercianti della zona intende garantire a tutti tranquillità. E la garantisce per davvero!: ieri hanno trovato appeso al lampione quel tale che ha tentato di rapinare la tabaccheria!
Alle frontiere diversi disperati chiedono di entrare, e sono pure carichi di denaro. Non saranno carichi d’ oro ma loro sono in tanti e portano con loro i risparmi di una vita. Totò subodora l’ affare e si butta nel ramo dell’ immigrazione clandestina. Le conoscenze giuste le ha già e si fanno soldi a palate.
A proposito di conoscenze, visto che Totò ha dovuto approfondire i rapporti con la polizia di confine, già che c’ è mette su un bel contrabbando. Uno solo? Visto che non è stupido ne mette su due, anzi tre, anzi quattro…
Eppure Totò è preoccupato: c’è sempre quel maledetto PM che non lo lascia lavorare in pace, forse è invidioso, Totò non sa spiegarselo, sta di fatto che questo tale vorrebbe sbatterlo in gabbia e buttare via la chiave. Totò lo fa saltare in aria con la sua scorta. E’ legittima difesa!: se ognuno si facesse i suoi affari queste spiacevoli cose non accadrebbero.
Domani ci sono le elezioni ma Totò snobba la politica, non snobba invece i politici, che foraggia regolarmente ricevendo in cambio i loro servigi.
Purtroppo per lui prevale un outsider: vince Bronko che entrerà in carica l’ indomani.
Alle 8.00 di mattina, appena dopo l’ insediamento, viene emanato un decreto legge urgente di sole 11 righe. E’ un “decreto anti-mafia” e Totò lo legge con attenzione.
– bische liberalizzate;
– scommesse liberalizzate;
– prostituzione liberalizzata;
– usura liberalizzata;
– droga liberalizzata;
– elemosina tra Regioni azzerata;
– reati corruttivi aboliti;
– tasse decimate;
– deregolamentazione del commercio;
– lotta alla microcriminalità potenziata;
– tariffe doganali abolite.
Quand’ anche Totò non si interessi di politica, capisce all’istante che questo genere di politica si interessa di lui: rischia la rovina.
La sua destrezza di criminale lo portava ad essere il migliore in quei campi, ora che la destrezza da criminale non serve più per certi affari, sarà ancora il migliore?
Cosa resta a Totò? Il campo delle estorsioni? I commercianti hanno cominciato a vederlo male, non collaborano – e i costi di riscossione si sono impennati – non hanno più bisogno dei suoi servizi. E poi è inutile rischiare la galera per quattro misere lire, Totò non è uno stupido.
Cosa resta a Totò? Il campo del riciclaggio? Ma praticamente nessuno ha più niente da riciclare dopo la legge di Bronko?
Forse gli resta la sua capacità di corrompere. Mmmmm con così poche regole il grasso non cola più da quelle bistecche. Con 11 regole ci sono 11 motivi per corrompere ma se la regola è una sola?
Le regole sono diminuite e gli anni di galera sono aumentati, meglio lasciar perdere.
Le regole sono diminuite ma la polizia è rimasta la stessa e si dedica in massa a far rispettare le poche regole rimaste. Le regole da violare sono diminuite e violarle è sempre più difficile: meglio guardare altrove.
Totò non è stupido, e l’ ha capito.
In realtà a Totò qualcosa è rimasto: la sua intelligenza.
Nei settori dove lavorava prima aveva maturato un’ abilità che andava al di là delle protezioni criminali di cui godeva. Sono mercati giovani e gli ex-onesti non possono essere esperti quanto gli ex-criminali come lui.
Lui sa scegliere la “roba” migliore, le sue donnine sono uno schianto e i suoi locali sono sempre i più accoglienti. Si è dimostrato umano con i mutuatari e loro ancora si rivolgono a lui. Totò conosce come nessun altro i suoi “polli”.
Totò non era uno stupido, ci sa fare in quei mercati e oggi si dà da fare all’interno della legalità.
Se non si è stupidi si capisce al volo quel che conviene e a Totò conviene diventare un ex-criminale a tutti gli effetti. In fondo non fa cose molto diverse da prima: è ancora un imprenditore.
Paga poche tasse per il semplice fatto che le tasse sono poche, i suoi affari prosperano anche più di prima poiché puo’ farli alla luce del sole risparmiando parecchio.
Oggi è uno dei maggiori contribuenti del Paese, un Paese che va avanti grazie anche a Totò, un Paese che deve dire grazie a Bronko ma anche al fatto che Totò non sia affatto uno stupido.
Era un demonio ed è diventato un eroe civile. Gli è bastato fare quattro conti: mica stupido il ragazzo!
***POST SCRIPTUM***
Conoscete Roberto Saviano? E’ uno scrittore importante che ci ha raccontato la Mafia.
In fondo la Mafia che ci racconta Saviano la conoscevamo già.
Eppure una cosa nuova Saviano ce la dice, ci dice: i criminali mafiosi non sono degli stupidi.
Saviano ci narra di questa intelligenza del crimine parlandoci in lungo e in largo dei suoi investimenti e della capacità di fare affari.
Saviano è molto allarmato quando dice che il crimine non è stupido.
Strano perché nel mio apologo è proprio facendo leva sulla non-stupidità del crimine che si trasforma l’ inferno in un paradiso.
Io, al contrario di Saviano, tiro un sospiro di sollievo sentendo che il crimine non è stupido. Anzi, reputo che sia abbastanza stupido non capirlo e non rallegrarsi a questa buona notizia.
Meglio puntare sull’ intelligenza dei criminali o sulla loro “conversione”? Saviano e Bronko fanno in merito scelte differenti, non c’ è che dire. Io sto con Bronko perché penso che una legge da violare in meno è meglio di mille prediche.
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