mercoledì 8 novembre 2017

Di stupri e corna

Di stupri e corna

Trigger warning: il post che segue,  poiché tratta il tema dello stupro in modo inconsueto e forse provocatorio, potrebbe turbare la sensibilità di alcune persone, si raccomanda quindi di valutare attentamente se sia il caso di procedere oltre nella lettura. Grazie.
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Preferirei essere stuprato che cornificato. E voi?
Ho l’impressione che molti maschi mi seguirebbero su questa via. In realtà conosco sondaggi – informali – dove i 3/4 dei maschi condividono esplicitamente questa idea.
Per la psicologia evoluzionista il dato non è del tutto sorprendente: dal punto di vista biologico le corna creano un danno ben superiore rispetto allo stupro.
Le corna potrebbe sfociare in un figlio inconsapevolmente allevato da un padre come se fosse suo quando non lo è: lo spreco di risorse biologiche sarebbe enorme. Ebbene, nel caso dello stupro inconvenienti di questa portata non si presentano all’orizzonte.
Con questo cosa voglio dire? Semplice: è ragionevole attendersi che l’evoluzione della specie ci abbia lasciato emozioni negative più potenti di fronte alle corna che di fronte allo stupro.
Ripeto in sintesi il dilemma rimasto tra le righe: soffre di più la donna stuprata o l’uomo cornificato?
L’argomento evoluzionistico propenderebbe per l’uomo e, in effetti, alcune società del passato – coerentemente – punivano le corna più dello stupro.
La verifica fattuale però è difficile: l’uomo più della donna tende a mascherare il suo dolore, a camuffarlo, ad assumere atteggiamenti stoici, per cui, almeno all’apparenza, fare anche solo un confronto tra le due sofferenze suona provocatorio.
In un esperimento ideale bisognerebbe prendere un uomo e una donna di simile condizione, dire al primo che puo’ evitare le corna offrendo una certa cifra in denaro e alla seconda che – sempre tramite offerta in denaro – scamperebbe un rapporto sessuale forzato con Tizio. Ebbene, chi offre di più?
Sono abbastanza convinto che l’uomo non offrirebbe molto meno della donna, anzi… ma chi puo’ dirlo? L’esperimento è impossibile e di certo illegale. C’è da aggiungere che corna di questo tipo sarebbero comunque consapevoli, quindi di fatto meno dannose.
Quel che lascia perplessi è come di fronte a incertezze non banali il nostro sistema punisca lo stupro ben più aspramente delle corna.
Forse si ritiene che il danno biologico delle corna non sia conosciuto dalla vittima e, per quanto sia fonte di danno, non crei una sofferenza reale.
In questo caso, in effetti, sarebbe più pertinente comparare le corna al cosiddetto “stupro silenzioso”, quello in cui una donna opportunamente drogata viene poi stuprata e lasciata inconsapevole.
In questo caso la donna non subisce danni né di tipo fisico, né di tipo psicologico. La libertà di espressione, tanto per dire, crea più danni: io quando sento parlare la Boldrini ho una sofferenza psicologica non indifferente. Eppure, non penso certo che il colpevole di “stupro silenzioso” possa farla franca, tanto è vero che nel nostro ordinamento viene punito assai severamente, addirittura quanto gli altri stupratori (se non sbaglio).
E allora come la mettiamo con le corna?
Evidentemente, c’è dell’altro che mi sfugge.
stupr