giovedì 9 novembre 2017

Il prossimo governo

Il prossimo governo

Come sarà il governo di domani?
Difficile, veramente difficile, immaginarselo ancora democratico.
La democrazia sceglie male, non funziona: è il peggior modo di governare… tranne gli altri sperimentati.
Questo fatto paralizza qualcuno ma per altri è uno stimolo a sperimentare! 
D’altronde, la teoria è da tempo una miniera di formule alternative pronte all’uso.
Il fallimento della democrazia non stupisce nessuno: l’elettore medio è stupido e ignorante. Purtroppo, è razionalmentestupido e ignorante. Come potrebbe allora agire per il meglio?
Il fatto che non ci spariamo addosso per strada è un grande risultato, non voglio minimizzare, ma non si potrebbe fare qualcosina in più? Giusto qualcosina!
Lo schema democratico classico lo conosciamo: due lupi e un agnello che devono decidere cosa si mangia stasera.
Così non si fa molta strada.
Ecco allora l’alternativa: un’azione/un voto (A/V).
Rimpiazzerebbe il sistema canonico: una testa, un voto (T/V).
Il sistema A/V è già adottato da imprese (azioni) e condomini(millesimi). Ovvero da soggetti molto più efficienti dello stato.
Ma il sistema tradizionale non sarebbe completamente bandito, rimarrebbe con la funzione di veto.
Insomma: si decide con A/V e si boccia con T/V.
T/V avrebbe unicamente una funzione correttiva.
A/V consentirebbe di legare in modo proporzionato il governo alla proprietà, una condizione imprescindibile laddove l’efficienza governativa conta, ovvero nel mondo degli affari.
Nessuno farebbe del business serio tramite una cooperativa(a meno che non abbia agevolazioni stratosferiche).
Per questo gli imprenditori scelgono tutti A/V, per questo se vogliamo migliorare la performance democratica dovremmo scegliere A/V.
Senza A/V le società commerciali non potrebbero attrarre capitale: un dato di fatto talmente assodato che ci consente di tralasciare interamente la teoria.
Solo A/V protegge appieno i diritti, il diritto di proprietà in particolare.
E le minoranze? La loro protezione è compatibile con A/V: guardate alle SPA, ma anche ai vostri condomini: la forma A/V pura non esiste neanche nel privato.
Ma lo stato, si dirà, non è una SPA, esistono anche dei valori.
In particolare quello dell’eguaglianza: “tutti gli uomini sono creati uguali”.
Dove lo mettiamo il diritto alla vita? Alla libertà? Alla ricerca di una propria strada?
Si tratta di simboli del buon governo, non possono essere messi in vendita!
Da Nelson Mandela a Beppe Grillo la retorica dei diritti entra in tutti gli slogan, non sarà un caso.
Il concetto di “diritto non negoziabile” ha funzionato male ma resta imprescindibile.
Ma questo non implica un T/V allo stato puro, non implica l’ “uno vale uno” punto e basta. Questo è vero già oggi.
Lo stesso federalismo imbastardisce la formula dando più peso al voto di alcuni (esempio: gli appartenenti agli stati meno popolosi).
Negli USA esistono i cosiddetti “special district” in cui vale una specie di regola dei millesimi. Sono considerate pratiche costituzionali a tutti gli effetti.
L’impiego di T/V va comunque conservato per correggere gli abusi. Si vota col sistema T/V per esprimere disapprovazione, e non più per fare (cattiva) politica. Quella potrà essere fatta al bar e sui social.
Le democrazie attuali limitano T/V impedendo per esempio ai criminali di votare. La poca ha poco senso: chi più di loro ha un’idea del sistema giudiziario e carcerario?
Nella democrazia a doppio voto una simile limitazione ha ancora meno senso visto che i rischi insiti nell’allargare la base sono ancora inferiori. Possiamo eliminarla a cuor leggero rendendo il sistema più inclusivo.
Altre aperture: bambini, residenti non cittadini
Con quali percentuali si boccia una legge? Ogni comunità sceglierà la sua griglia di percentuali.
Sarà il caso di dividere la materia e abbinare % differenti (alcuni diritti meritano una super-protezione).
Chi sta a casa vota sì, ovvio.
Chi propone di votare il veto?
Occorre evitare voti futili: i proponenti devono pagare in caso di sconfitta (tralascio di elencare la molte proposte).
E’ appena il caso di ricordare che la democrazia di domani sarà elettronica e quindi a costi bassissimi per tutti.
La democrazia del veto è una democrazia diretta, il che indebolisce il ruolo dei partiti. Una buona notizia, tutto sommato.
D’altra parte, abbiamo il A/V che spinge in senso opposto (governo dei super-esperti) e scongiura le derive populiste.
Come possiamo chiamare questo sistema? Democrazia correttivaDemocrazia a doppio voto?
Sicuramente sembra superiore al sistema democratico, quello in cui la proprietà di pochi è sempre in balia del capricciodella moltitudine.
Lascia i diritti individuali alla mercé dei potenti? No. Il diritto di veto scongiura questi abusi. ma per chi ancora resta nel timore si puo’ porre ulteriore rimedio con una costituzione che ne blindi il nocciolo duro.
DEMOCR